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983. Francesco Sforza a Bergamino da Landriano e a Sasso de Calio (1452 settembre 13 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza scrive a Bergamino da Landriano e a Sasso de Calio in Isorella che hanno male inteso la sua lettera. In essa non diceva loro di far guerra a Lonato e lungo la Riviera di Salò, cosa che, invece, devono fare ad Asola, Ghede e sulla strada di Brescia.

Bergamino de Landriano et Sasso de Calio in Isorella.
Havimo viduto quanto ne scriviti dicimo che nuy ve habiamo scripto debbiati fare guerra a Lonato et suso per la Rivera de Salò et cetera. Dicemo che non ve havimo scripto cussì et che haviti mal intesa la nostra lettera. Nuy ve scripsimo, et cusì ve repplicamo per questa, che non debiati fare guerra per certo bon respecto né a Lonate, (a) né a niuna de quelle terre che sonno dalla fossa de Montechiaro verso la Rivera de Salò. Ben siamo contenti faciati guerra a Asola, a Ghede et alla strada de Bressa, ma altrove non, senza nostra licentia. Delli fanti che siano vinuti qua, loro sonno vinuti de [commissione] et ordine nostro, perché ne havimo bisongno qua, ma vederemo mandarvine delli altri. Volimo debiati mandarne quella lettera per la quale diciti ve habiamo scripto che debiati fare guerra a Lonate (a) et quelle altre terre. Et quando cavalcati, vediati di andare in modo et cussì avisati che non receveti damno né vergongna. Data ut supra.
Iacobus de Rivoltella.
Cichus.

(a) Così A.