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995. Francesco Sforza al podestà di Ottolengo (1452 settembre 16 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza avvisa il podestà di Ottolengo che arriverà lì, munito di un salvocondotto ducale il messo di Angelo da San Giovanni, caposquadra di Genale, con una carretta con cinque cavalli e con quattro o cinque persone per prendere la roba che messer Angelo ha lì. Arrivata non si premetta che la carretta riparta senza licenza dal duca.

Potestati Octolenghi.
El venerà lì ad Octolengo uno messo de Angelo de Sancto Giovanni, capo de squadra de Genale con una carretta et cum cinque cavalli et persone quatro o cinque, cum uno notro salvoconducto per togliere la robba che messer Angelo ha lì in quella nostra terra, como ti vederay. Pertanto ti dicimo et volemo che, como la dicta carreta iunga, debbi ordenare che la non se possa partire senza tua licentia, né la carreta, né nessuno de quelli verranno con la dicta carreta, ma li diray che tu ce ne vole avisare, et cussì ce ne aviseray subito, non mostrando che nuy de questo facto ne havimo scripto cosa alcuna. Non volemo zà che tu li fazi acto veruno deshonesto, anzi che tu li fazi careze, dicendo che tu fay questo per excusatione tua, et cussì ce ne aviseray subito non lassandolo partire per fino non te scrivamo altro. Data ut supra.
Zanetus.
Cichus.