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162. Francesco Sforza al podestà di Parma 1451 dicembre 12 Lodi

Francesco Sforza vuole che il podestà di Parma ammetta a difendersi, se gli risulta vero quanto afferma, il parmense Zilio Anorpadro, condannato in contumacia, pur senza aver saputo della sua chiamata in giudizio.

Potestati nostro Parme.
Se lamenta Zilio Anorpadro, nostro citadino de Parma, che dè essere condemnato lì in contumatia, perché è stato citato a una casa lì in Parma, dove soleva habitare già pyù de duy anni passaty, del che may non ha hauta notitia e, come latius, per la inclusa supplicatione poterete intendere. Per la quale cosa vi scrivemo et volemo che, sy narrata vera fore compereritis, admitiati dicto supplicante et soy famigli de novo ad quaslibet suas defensiones legitimas, quas superinde facere voluerint, non attesa la dicta condemnatione inibi et contenti acioch'esso supplicante et dicti soy famigli non remanghano condemnati a torto. Data Laude, die xii decembris 1451.