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199. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1451 dicembre 16 Lodi

Francesco Sforza rinnova a Luchina Dal Verme la richiesta di voler ascoltare (e non detenere, come ha fatto precedentemente) il vogherese Biagio Corti, che le vuole chiarire perché non è tenuto a rispondere del furto fatto all'ebreo.

[ 37v] Domine Luchine de Verme.
Questi dì proximi passati ad supplicatione de Biasio de Curte, habitator dela terra vostra de Vogheria, chi si condoleva indebitamente essere stato condanato in la casone dela robaria del zudeo, scripsimo dovesti providere non fosse astrecto contra el debito et, como in esse nostre lettere si contiene, de novo havemo querela per parte del dicto Biasio che, essendo venuto per presentare dicte lettere nostre, è stato detenuto in modo che non pò deffendere sua rasone. Per la qual cosa, così essendo, ne pigliamo pur admiratione. De novo iterato vi scrivemo, confortemovi et stringemo vogliati fare intendere le rasone sue et, quando debitamente non fosse attenuto a questa satisfactione del zudeo, non sie contra rasone astrecto, ad ciò non habia iusta casone de querelarse, et como se rendemo certi fareti. Data Laude, die xvi decembris 1451.