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208. Francesco Sforza al podestą di Milano 1451 dicembre 16 Lodi

Francesco Sforza vuole che il podestą di Milano indaghi tra i suoi che andarono nella casa del defunto Pietro da Fontana, e presero dei vestiti di Cristoforo Daysco, cameriere del duca, che aveva appunto lasciato tali vestiti presso il Fontana. Se, poi, non si trovassero detti vestiti, provveda che Cristoforo ne sia risarcito con i beni lasciati dal defunto Pietro, «per modo che dicto nostro camarero non venga a perdere la roba sua».

Potestati Mediolani.
Ne dice Christoforo Daysco, nostro camarero, che appresso de Petro da Fontana, quale novamente č stato instito, haino alchuni suoi vestiti et altre cose, li quali denno essere stati tolti per li vostri, chi andarono ala casa del dicto quondam Petro. Pertanto volemo che diligentimenti inquirati per li vostri deli dicti vestiti et altre cose d'esso nostro camarero, et cum diligentia operati si retrovano et gli siano renduti. Il simile faciati, se appresso de altro che deli vostri se atrovasseno et, quando pur non si atrovasseno, faciendovi fede dicto Christoforo gli havessi lassati appresso del dicto Petro, provideti opportunamente gli siano pagati in li beni, chi forono del dicto quondam Petro, como vi parerą debito et rasonevele, per modo dicto nostro camarero non venga a perdere la roba sua. Data Laude, xvi decembris 1451.