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238. Francesco Sforza al referendario di Pavia 1451 dicembre 18 Lodi

Francesco Sforza vuole che il referendario di Pavia chiami da lui i dazieri di Pavia e il rappresentante di Garlasco che, secondo il consigliere ducale Guarnerio Castiglioni, feudatario di detta località pavese, non sarebbero tenuti al pagamento dell'addizionale pretesa dai dazieri, e con il consiglio di «un savio confidente» risolva la vertenza delle parti.

Referendario Papie.
Perché il spettabile doctore et cavalero domino Guarnerio da Castiglione, nostro consiliere dilettissimo, si lamenta che per li datiari dele additione de quella nostra citade de Pavia siano requesti li homini suoi de Garlaschi pagano le dicte additione, perché sono incluse le terre exempte, al quale pagamento dice debitamente non (a) sono attenuti per le rasone addurano quelli fano per luy o per li dicti homini, et perché nostra intentione non è si facia contra el debito et iusto, volemo, et così vi committiamo habiati da voy, sì li datiari predicti como quelli fano per li homini da Garlasco, osia per messer Guarnerio, et audite et intexe diligentimente le rasone de ambe le parte, cum consilio de savio confidente loro, declari et termini [ 44v] quello vole rasoni supra de ciò, per forma che niuna dele parte dignamente si possi lamentare, agravare, determinendo questa cosa nel termino de quindeci dì doppo lo datum dele presente, intendendo nuy che quello fo ordinato in questo facto per lo spectabile messer Oldrado da Lampugnano, nostro consiliario cum quella nostra comunitate de Pavia, sia observato, revocando ogni novitate sia facta in questa cosa et tenendola così in suspexo tanto che dura el (b) termeno dela presente commissione. Data Laude, die xviii decembris 1451.


(a) non in interlinea.
(b) el ripetuto.