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290. Francesco Sforza a Gaspare del Ferro, Antonio Beco, Franco de Buralis e Giacomo da Parma 1451 dicembre 26 Lodi

Francesco Sforza comunica a Gaspare del Ferro, Antonio Beco, Franco de Buralis e Giacomo da Parma, cittadini parmensi, di sospendere (fino a che si aggregherà a loro Baldassarre Corti, vicario generale ducale) il sindacato del famigliare ducale Lancillotto da Figino che si lamenta che in molte cose i suoi diritti non sono stati esaminati e bene intesi.

[ 53v] Domino Gasparo del Ferro, Antonio Becho, Franco de Buralis et Iacobo de Parma, civibus nostris Parme.
Perché il a nobile Lanzaroto da Figino, nostro familiare, se lamenta de vuy e dice havervi suspecti, eo che nel sindicare fati contra de luy in molte cosse le sue rasone non sono state examinate né intese come debitamente se dovea fare. Pertanto acioch'el dito Lanzaroto merito non habia a condolere et ut omnis suspicionis tollatur materia, havimo deliberato ch'el savio doctore missere Baldesar da Corte, nostro vicario generale, el qual non è mancho experto in talibus quanto docto e valente, venga lì et insieme con vuy attenda a questo sindicato et facessi rasone, e cossì gli scrivemo che expedito serà da quelle facende nele qual è implicato al presente, che sarà presto subito, se conferischa lì e facia secundo havimo dito. Ben volemo che supersedeati a procedendo in questo fato donec serà gionto lì el prefato missere Baldesar, el che serà prestissimo. Data Laude, die xxvi decembris 1452 b.


(a) Segue spectabile depennato.
(b) Così in A, secondo lo stile della natività.