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339. Francesco Sforza al luogotenente di Como 1451 gennaio 3 Lodi

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Como che vuole venga salvaguardato il diritto dei vari ricorrenti, di cui nella supplica della madre di Caterina Corioni e di alcuni parenti nonché di quegli altri parenti autori delle lettere che accompagnano la supplica di Giovanni di Vachani.

[ 61r] Locuntenenti nostro Cumarum.
Ali dì passati te scrissemo ad querella dela matre e parenty de una Catelina di Corioni, quali se lamentavano che certy altri parenty de facto e contra la voluntà d'essa puta l'avevano menata via; dovesty, si vera erant exposita, fare restituire la puta in possanza dela madre et apresso a chi debe stare de rasone ministrando exinde rasone sopra de ciò secundo latius in esse nostre lettere se contiene. Adesso è ritornato da nuy Giovanne di Vachani, etiam ad instantia dela dicta puta, con la supplicatione e lettere de molte parenty, el tenore dele quale per l'inclusa copie poteray vedere, condolendosse che per vigore del'antedicte nostre lettere, quantuncha siano iustificate, gly fay contra el dovere e, dicono ly adversarii loro havere supplicato el falso, et prout plenius ibidem se fa mentione, per la qual cosa, non intendendo nuy che ad niuno se facia cossa per la qual debitamente se possa aggravare, ideo te scrivemo et comandemo che, essendo cossì come se recita in esse supplicatione e lettere, nedum facy contra el debito de rasone in questo, ma che revoche ogni novitate e molestia sia fata indebite contra d'essy exponenty per forma non habiano iusta casone d'aggravarse; et poy volemo se ministra iusticia superinde. Data Laude, die iii ianuarii MCCCCLprimo a.


(a) Così in A.