Registro n. 8 precedente | 393 di 1171 | successivo

393. Francesco Sforza al commissario e capitano di Binasco 1452 gennaio 10 Lodi

Francesco Sforza vuole che il commissario e capitano di Binasco se viene a sapere che il ricorrente Giacomo Guala, cittadino e scolaro pavese, deve essere messo nel possesso dei beni di cui si fa parola nella supplica, lo si investa di tali beni, incurante delle indebite pretese di Giovanni e fratelli Panza.

[ 71r] Commissario et capitaneo nostro Binaschi.
Intendaray per la supplicatione te mandiamo in queste inclusa, la querela ne fa Iacomo Guala, citadino e scolare pavese, de Zohanne Panza e deli fratelly. Per la qual cossa, non intendendo nui che nel dominio nostro se facia violentia, nè se usa superbia contra el debito de rasone, pertanto te comandemo e volemo che, domandate le parte, informati diligentius dele rasone loro e trovando ch'essi di Panzi non habiano rasone alcuna per la quale debiano tenire li beni se fa mentione in essa supplicatione, e che lo supplicante sia debitamente investito secundo che dice, eo casu provede ch'esso exponente sia messo ala possessione d'essi beni, come te parerà voglia la rasone. In reliquis etiam in supplicatione contentis, volemo ministre casone per modo che niuna delle parte merito se possa condolere, expediendo questa cossa fra lo termino de viginti dì ad tardius, senza alcuno litigio, rimosta ogni cavilatione e frivola exceptione, acioché la iustitia e verità habia loco. Data Laude, die x ianuarii MCCCCLII.