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483. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 gennaio 18 Lodi

Francesco Sforza vuole che il podestà di Piacenza si informi per bene sull'adunanza di popolo fatta a Veiano senza sua (del podestà) autorizzazione, adunanza con conseguente contrasto con un'altra parte della popolazione. Punisca i colpevoli violatori degli ordini ducali circa i raduni di gente.

Potestati Placentie.
Sentemo che in la villa de Veyano, del distrecto de quella nostra citade de Piasenza, et per alchuni homini dela dicta villa è stato facto coadunatione de armati et insulto contra ad alchuni altri homini pur d'essa villa, deli quali insulto et coadunatione, perché non è portata la denuntia al'officio vostro per lo consulo, segondo li ordini, non se ne fa punitione alchuna, anci passano impuniti. Dela qual cosa ne pigliamo pur admiratione. Pertanto vi scrivemo et volemo che cum diligentia talmente investigati de intendere et sapere la propria et mera veritate, et contra li delinquenti et malfactori taliter procediati che ne sequa la debita punitione, segondo li ordini et statuti de quella nostra citade. Laude, xviii ianuarii 1452.