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616. Francesco Sforza al commissario di Parma 1452 gennaio 29 Milano

Francesco Sforza ordina al commissario di Parma di far sì che i fratelli da Correggio, oltre a restituire i cavalli loro tolti, non si impiccino delle garenzie dei parmensi Antonio e Cristoforo, fratelli Aldegeri. Vuole che la faccenda sia portata davanti a lui e lui provvederà, nel caso che Antonio e Cristoforo vi siano tenuti, a che detti fratelli onorino le loro pendenze con i da Correggio, che minaccia di ritorsione se non si adegueranno a quanto egli deciderà.

Comissario Parme.

Sonno lamentati da nui Antonio e Cristoforo, fratelli delli Aldegeri da Parma, che siano molestati certe sue sigurtade, quale deteneno a verso quigli magnifici fratelli da Coregio con questo che gli dovessero fare le rasone bone sue: la qual cosa non hanno may voluto fare et, oltra questo, indebitamente gli sonno sequestrati li soy cavalli, perché diceno che cedendogli le loro rasone non sonno debituri de niente de ipsi magnifici fratelli da Coregio, secundo che da loro seray informato. Per la qual cosa, non intendando nuy che alli subditi nostri in alcuna cosa sia facto torto, te scrivemo et volemo che providi non sia dato impazo alcuno ad esse sigurtade per questa casone e che dicti supplicanti habiano libere li soy cavali, perché volemo intendere questa cosa nuy, et quando ipsi supplicanti siano debituri delli prefati fratelli da Coregio faremo nuy che satisfaranno, secundo che sirà debito et licito, et quella ragione faranno ipsi da Coregio alli nostri faremo nuy a loro. Data Mediolani, die xxviiii ianuarii MCCCCLII.


(a) doeteno in A.