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675. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1452 febbraio 3 Milano

Francesco Sforza chiede a Luchina Dal Verme che provveda affinché Rolando de Bichinelli e Lanfranco de Bonamici osservino quanto hanno convenuto con gli ebrei, ciò che pretestuosamente ora contestano.

Domine Luchine de Verme.
Se recordemo haverve scripto dovisti provedere che Ioseph ebreo fusse satisfacto da quigli gli havivano tolta la robba sua, et secundo che era stato dichiarato, et simile diximo alora a Iohanne da Birago, vostro locotenente della pieve de Mino. Addesso è retornato da nui ipso Ioseph lamentandose che, quantunche el sia remasto d'acordio con Rolando de Bichinelli et Lafrancho de Bonamici per la satisfactione sua et che Abram et Angelo, ebrei in Vochiera, gli àno prestati li danarii, tamen recusano nunc de observare quello sonno restati in conpositione, et questo socto pretexo che dicesse le dicte nostre lettere date a Parma non essere procedute de nostra a saputa, neanche essere vero che parlassimo de ciò con il dicto Iohanne: del che ne pigliamo admiratione. Et pertanto scrivemove de novo vogliate provedere ch'el dicti Rolando et Lafranco observano et actendano verso de ipsi ebrei quello sonno restati de concordia, como ne pare voglia omne rassone et siamo certissimi debiate fare, siché più non ne sentiamo querela. Data Mediolani, die iii februarii MCCCCLII.


(a) Segue mente depennato.