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843. Francesco Sforza al podestà di Fidenza 1452 febbraio 17 Milano

Francesco Sforza libera il podestà di Fidenza da ogni possibile imputazione di non avere un vicario, considerato che quando egli assunse la podestaria in quel luogo infieriva la peste e nessuno accettò di portarvisi con lui come vicario.

[ 142r] Potestati nostro Sancti Donini.
Inteso quanto per tua parte n'è stato exposto che, quando andasti al'officio dela potestaria de quella nostra terra de Burgo San Donino, già era infecta de peste per modo non trovassi vicario volesse venire cum ti, segondo eri obligato a venire per observatione deli statuti d'essa nostra terra, et al presente ch'essa terra è dala peste monda, sei talmente vicino ad la fine del dicto officio che non poteresti trovare gli venisse per sì breve tempo, et dubitando ti per questo non te ne sia dato imputatione et culpa, considerato le predicte cose, voglimo providere et liberarti da ogni culpa et imputatione te ne potesse sequire. Pertanto te scrivemo et dicemo che, attenta la a condicione chi è stata dela pesta, como è predicto, et attento li toi deportamenti, li quali sentimo sono stati tali che dignamenti ne sei comandato et a queli nostri homini non sei mancato de administrare rasone altramenti, como se havesti havuto cum ti el vicario, non volemo che per lo manchamento del vicario te sia dato alcuna imputatione nì culpa, anci volemo ni fii libero et absoluto, et così per le presente nostre lettere te ne liberamo et absolvemo. Data Mediolani, die xvii februarii 1452.


(a) Segue supplicatione depennato.