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884. Francesco Sforza ai consoli, al comune e agli uomini di Albairate 1452 febbraio 20 Milano

Francesco Sforza ordina ai consoli, al comune e agli uomini di Albairate di non dare noie immotivatamente ai massari dalla Planca e da Ravello per volerli costringere (come denunciano Azzone e Luigi de Stampi con i nipoti) a pagare carichi cui mai hanno contribuito nel passato. Se vi fosse qualche giusta ragione in contrario, gliela facciano sapere.

Consuli, communi et hominibus nostris Albayrate.
Azo et Aluysio de Stampi et li loro nepoti, citadini nostri Milanesi, n'hano fata grave lamenta de vuy, perché, dicono, haviti molestato de fato e senza altro ordene de rasone certi suoi massari dala Piancha e da Ravello, quali lavoreno alcuni sui beni posti in el territorio de quela nostra terra d'Albayrà, volendoli pur trahere al paghare deli carichi con vuy, la qual cosa dicono non essere may stata facta per il passato, siché è contra rasone. Dil che se merevegliamo, perché nostra intentione è che a nyuno sia fata inuria nè contra il dovere. Pertanto expresse ve scrivemo e commandemo che, essendo questo vero, habiati bona advertentia circa de questo e non dati impazo, ho molestia alcuna ad essi massari ultra l'usato, né fariti dare. Et demum fati per forma ch'essi supplicanti non habiano iusta casone de condolerse. Se pur havisti altra iuridica in contrario de ciò, ne voriamo essere avisati. Data Mediolani, die xx februarii 1452.