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886. Francesco Sforza al podestà di Cantù 1452 febbraio 20 Milano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cantù faccia avere con rito sommario a suo genero, Giovanni Mauruzzi da Tolentino, luogotenente di Cremona, quei crediti che lì vanta. Siccome lo si vuol costringere a pagare i contributi locali, cui dice di non essere tenuto essendo cittadino di Milano, provveda che nessuno abbia giusto motivo di lagnarsi.

Potestati nostro Canturii.
Franciscono da Milano, compagno del magnifico miser Giovanne da Tollentino, nostro genero e locotenente dilectissimo de Cremona, ne dice ch'el de' havere da molti lì alcuni dinari, quali non pò rehavere. Per la qual cossa te scrivemo e commandemo che fazi rasone summaria et expedita, senza strepitu de litigio al dicto supplicante per forma che subito el sia pagato. Ceterum, perché el se querela ch'el fu turbato per li carichi occurrenti, ali quali non è attenuto, secundo ch'el dice, perché l'è citadino de Milano, pertanto volemo che habii bona advertentia in questo e fa per modo che nyuno habia iusta casone de condolerse. Data Mediolani, die xx februarii 1452.