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926. Francesco Sforza al capitano della Lomellina 1452 febbraio 23 Milano

Francesco Sforza vuole che il capitano della Lomellina catturi Giovanni Antonio da Meda e soci, che hanno bruciato la cascina con fieno del priore di Candia, e li consegni al podestà di Pavia per l'esemplare punizione.

Capitaneo nostro Lumelline.
Il venerabile miser lo priore da Candia n'ha fato gravissima lamenta de Giovanneantonio de Medde e li compagni, quali li deno havere brusata una sua cassina de cupi, plena de feno: il che poy pensare quanto ne sia stato molesto ad intendere. E perché non intendimo questo delicto passare impunito, pertanto te comandemo expressius e volemo [ 155r] che, havuta summaria informatione d'esso incendio perchi a d'havere nele mane essi malfactori, quali hauti fali consignare sub fide custodia nele mane del potestà nostro de Pavia, el quale gli ministrarà rasone per forma che ceteris transeat in exemplum, come è la nostra intentione. Data Mediolani, die xxiii februarii 1452.


(a) Così in A.