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94. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1451 dicembre 7 Lodi

Francesco Sforza chiede a Luchina Dal Verme di voler dare ascolto a Biagio de Curte e ad alcuni altri, che si dicono estranei al furto commesso ai danni dell'ebreo Ioseph e che vennero condannati o con accuse false o non poterono, per la loro assenza, difendersi. Faccia, invece, pagare all'ebreo citato quanto dovutogli dai colpevoli.

[ 19v] Domine Luchine de Verme.
Per parte de Biasio de Curte et alchuni altri nominati in l'inclusa supplicatione, havemo recevuto querela che sono turbati et molestati per la satisfactione dela robaria fu facta a Ioseph ebreo, in la qual, dicono, non hebbero, ni culpa ni casone et, quamvis siano stati condemnati, tale condemnatione essere facta per informatione non vera et per absentia de alchuni d'essi supplicanti chi non poteriano venire ala defexa, como intenderiti. Pertanto, non essendo debito ni honesto che chi sia innocente sia così punito como li culpeveli et nocenti, vi confortemo et stringemo vogliati ben intendere et fare intendere quanto adducono dicti supplicanti in loro excusatione et defexa, non cessando però dala satisfactione del dicto zudeo, contra quelli sono in manifesti delicti et trovandose dicti supplicanti innocenti et senza culpa de tale delitto, vogliati providere che indebitamente non siano molestati et fare revocare et annullare ogni novitate contra essi iniustamente facta per dicta casone, non mancando, como havemo dicto de far fare la dicta satisfactione al zudeo contra quelli chi sono culpevoli et nocenti. Data Laude, die vii decembris 1451.