Decorazione plastico pittorica del finto coro

Bramante, Donato; Comerio, Agostino

Decorazione plastico pittorica del finto coro

Descrizione

Identificazione: Finti lacunari

Autore: Bramante, Donato (1444-1514), progettista/ architetto; Comerio, Agostino (1784-1834), pittore

Cronologia: post 1482 - ante 1486post 1819

Tipologia: pertinenze decorative

Materia e tecnica: stucco; stucco/ modellatura a stampo; stucco/ incisione; stucco/ intaglio; stucco/ pittura; stucco/ doratura; terracotta; terracotta/ stampo; terracotta/ modellatura; terracotta/ pittura; terracotta/ doratura; intonaco/ pittura a fresco; intonaco/ pittura; intonaco/ doratura

Descrizione: Il finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro è contraddistinto, nella parte superiore, da una volta cassettonata a bassorilievo in stucco dipinto e dorato, conclusa nel fondo da una grande lunetta affrescata con il Miracolo della Beata Vergine pugnalata da Massanzio. I lacunari, disposti in dieci file, costituite ognuna da sette elementi, risultano sempre più schiacciati procedendo verso il fondo per favorire l'inganno prospettico. Essi sono decorati da un pistillo centrale racchiuso in una prima quadratura e da quattro rosette a cinque petali più piccole disposte agli angoli di una seconda quadratura maggiore. Delle borchie scandite da baccellature sono poste agli incroci della maglia ortogonale delimitata dalle spaziature quadrate. Tutti gli elementi aggettanti, le cornici e i fondi sono realizzati in stucco e sono dorati, mentre in terracotta sono le due cornici che inquadrano la volta correndo lungo il profilo dell'arco trionfale e lungo la lunetta di fondo descrivendo motivi affrontati a S.

Notizie storico-critiche: Il finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu progettato e verosimilmente realizzato da Donato Bramante contemporaneamente all'intera costruzione dell'edificio, dunque nel giro di anni fra il 1482 e il 1486. Infatti la struttura della finta prospettiva simula un prolungamento della navata centrale con la presenza di tre campate, con pilastri e archi, e suggerisce l'esistenza di navate minori laterali per mezzo di un ordine minore: tutto ciò poteva essere stato pensato solo contemporaneamente alla progettazione e realizzazione di quelle che sono le reali navate della chiesa.
Per l'apparato decorativo del finto coro non è stata ritrovata documentazione specifica ma si può immaginare che gli artisti emersi dai contratti per l'ornamentazione delle altre parti della chiesa, come la cupola, le navate, il transetto, le volte e la sacrestia, si siano occupati, sotto il diretto controllo di Bramante, anche della realizzazione di questa decorazione. Ricordiamo che per l'apparato plastico i nomi emersi dai contratti sono quelli di Agostino Fonduli, Giovanni Battagio e Gabriele Battagio, mentre per l'apparato pittorico quelli di Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi, Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno, Antonio Raimondi e Antonio da Pandino.
Numerose campagne di restauro eseguite tra il XVII e il XX secolo hanno modificato notevolmente l'assetto decorativo originario della chiesa. Per quando concerne il finto coro sappiamo nello specifico che già nel 1693 venne attuato un rinnovamento della zona presbiteriale con la costruzione di un nuovo altare, di una nuova cornice per l'affresco votivo e di una nuova balaustra. Probabilmente in quell'occasione si procedette a restaurare anche lo sfondo prospettico fortemente deteriorato come riportano le visite pastorali del 1611 e del 1689. Lavori più radicali vennero però attuati fra il 1819 e il 1820 con il rifacimento della parte inferiore del finto coro e la costruzione di un nuovo altare. Per far fronte al fenomeno dell'umidità di risalita fu infatti realizzata un'intercapedine che isolasse gli intonaci dalla muratura. Ciò comportò, per evitare alterazioni nei piani prospettici, un assottigliamento del paramento murario e anche il conseguente rifacimento dei capitelli, delle cornici e della trabeazione. Per quanto riguarda gli intonaci e le decorazioni venne affidato al pittore Gaetano Vaccani nel 1819 l'incarico di un loro ripristino. Nello stesso anno il pittore Agostino Comerio rappresentò il Miracolo della Beata Vergine pugnalata da Massanzio nella grande lunetta che andò a sostituisce una rappresentazione più antica con Dio padre circondato da angeli. Nel 1820 si costruì il nuovo altare su progetto dell'architetto Felice Pizzagalli che fornì una nuova incorniciatura all'affresco duecentesco della Vergine con il Bambino. Negli anni 1937 e 1938 vennero attuati altri importanti lavori di restauro e consolidamento realizzati dall'architetto Gino Chierici. Si procedette infatti con opere di sottofondazione dell'intera parete, di cucitura delle lesioni e di ispessimento della muratura nella zona centrale del finto coro con lo spostamento dell'affresco della Vergine con il Bambino verso l'interno della chiesa di circa 20 cm. Contemporaneamente furono rinnovati gli intonaci e restaurate le decorazioni a candelabra delle lesene a opera del pittore Romildo Scaramuzza. Dopo altri interventi nel Dopoguerra agli intonaci, fra il 1983 e il 1992 è stata avviata una nuova campagna di restauro che ha portato a operazioni di pulizia e consolidamento e con la quale si è cercato di mantenere memoria, laddove possibile, anche dei vari restauri passati.

Collocazione

Milano (MI), Chiesa di S. Maria presso S. Satiro

Credits

Compilazione: Barbieri, Alessandro (2016)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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