Bambina con fiori

Balla, Giacomo

Bambina con fiori

Descrizione

Autore: Balla, Giacomo (1871-1958), esecutore

Cronologia: post 1906

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 72 cm x 91 cm (intero)

Descrizione: Il soggetto del dipinto a olio è una bambina che regge un fascio di fiori. La figura è rappresentata in un contesto boschivo dove il terreno sembra ricoperto da foglie. La bambina domina la composizione asimmetrica, ma complessivamente armonica. Il soggetto, che è tagliato ai piedi, indossa un cappello di paglia a falde larghe e un vestito azzurro. Le forme sono leggermente geometrizzate e conferiscono agli elementi compositivi solidità. I colori sono contrastanti: le tinte calde del terreno e del viso della protagonista si oppongono all'azzurro del vestito mentre i fiori variopinti hanno una dominanza di bianco che illumina l'intera composizione.

Notizie storico-critiche: Il dipinto perviene ai Musei Civici di Varese nel 1965 con la donazione di Amelia Bolchini De Grandi, che l'aveva acquisita intorno agli anni Trenta del Novecento (per i dettagli riguardanti il lascito si rimanda al campo OSS - Osservazioni della presente scheda). Fino ai primi anni del XXI secolo la critica indicava il soggetto come riconducibile a Luce Balla, figlia dell'artista: l'ipotesi era stata basata sul confronto con il "Ritratto di Luce Balla" del 1908 e quello del 1910, mentre per lo sfondo era stato suggerito un confronto con il dipinto "Fontana a Villa Borghese" del 1906. Più di recente, studi condotti per la mostra milanese dell'artista nel 2007 hanno fatto chiarezza sulle vicende della formazione dell'artista, sottraendo alla tela l'identificazione del soggetto e inserendola pienamente nella produzione romana di Giacomo Balla. La critica (Scotti, 2014) ha dunque datato il dipinto nei primissimi anni del Novecento, ovvero immediatamente dopo la sua permanenza a Parigi (1900-1901), proponendo anche alcuni confronti con dipinti realizzati dall'artista con una simile tecnica pittorica. In tele quali il "Ritratto della signora Pisani" e alcuni ritratti della moglie Elisa Marcucci, si ritrova infatti l'uso di una pennellata a puntini e virgole che intreccia la figura allo sfondo: in quest'opera, in particolare, la tecnica divisa è prodotta con segmenti radi e non compatti, lo spessore materico è allentato e in più punti viene lasciata a vista la tela di supporto, ad eccezione della zona centrale dove pennellate rapide e dense danno forma al mazzo di fiori.
L'ipotesi cronologica di una realizzazione del dipinto intorno al 1902 porta a supporre che l'opera venne esposta quello stesso anno alla mostra della Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Il taglio particolare della composizione, che esclude parte dei piedi del soggetto che giganteggia nella composizione, probabilmente deriva dalla formazione di fotografo del pittore che, appena conclusi gli studi nel 1891, trovò impiego presso lo studio del pittore e fotografo Pietro Paolo Bertieri. Qui assimilò l'interesse per lo studio della luce e della figura in movimento di cui certamente fece memoria nel corso dei suoi sviluppi futuristi.

Collezione: Collezione del Civico Museo d'Arte Moderna e Contemporanea - Castello di Masnago

Collocazione

Provincia di Varese

Credits

Compilazione: Vanoli, P. (2008)

Aggiornamento: Iorio, Raffaella Maria (2015); Uva, Cristina (2015)

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