Giuditta mostra al popolo la testa di Oloferne
Sassi, Giovanni Battista
Descrizione
Autore: Sassi, Giovanni Battista, pittore
Cronologia: ca. 1737 - ca. 1738
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Il dipinto murale immortala l'atto conclusivo dell'uccisione del Oloferne: Giuditta stringe nella mano sinistra la testa decapitata del generale assiro e la alza trionfante per mostrarla al popolo d'Israele. Con la destra impugna ancora la spada ed ai suoi piedi è inginocchiata una donna che spiega un lenzuolo bianco destinato ad accogliere il macabro trofeo. Le due figure femminili occupano il primo piano, mentre lo sfondo è dominato dalle sagome delle tende dell'accampamento militare, disposte a costruire una cannocchiale prospettico che conduce verso il paesaggio di sfondo caratterizzato dalle fortificazioni della città di Betulia. Dietro la fanciulla vittoriosa c'è quella viola dalla quale emerge il copro di Oloferne accasciato; poco oltre una tenda rossa fa da fondale ai corpi di tre soldati distesi a terra e raffigurati con scorci arditi. L'ultima tenda a padiglione ha un colore cinereo che si confonde con quello del cielo azzurro attraversato dalle nuvole.
Notizie storico-critiche: L'affresco, posto sulla parete di sinistra della cappella dell'Immacolata, fa parte della decorazione pittorica settecentesca che interessa le pareti laterali e la volta del vano e prevede tre ampie scene figurate inserite in quadrature architettoniche arricchite da motivi decorativi in stucco rilevati e dorati. Fondata sul finire del XV secolo, la cappella viene completamente rinnovata nella prima metà del XVIII secolo su commissione della Scuola dell'Immacolata che ne aveva il patronato. Il programma iconografico dei dipinti esalta e celebra il culto dell'Immacolata Concezione di Maria che ebbe nelle chiese francescane uno dei centri di maggiore diffusione a partire dal XV secolo, quando il papa Sisto IV, anch'egli francescano, istituì la festa dell'Immacolata. In questo caso l'episodio di Giuditta e Oloferne, tratto dall'Antico Testamento, va letto come una prefigurazione della vittoria di Maria sul male. Come Giuditta libera il popolo d'Israele dall'assedio mortale del generale assiro, così la Vergine sconfigge il male. Stando alle fonti contemporanee, i lavori per la realizzazione dei dipinti iniziarono nel 1737 sotto la direzione del pittore milanese Giovanni Battista Sassi che si occupò delle figure. La storiografia antica ricorda anche l'intervento di Giovanni Antonio Cucchi di cui però i critici contemporanei non riescono ad individuare la mano.
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