San rocco

Ambito lombardo

San rocco

Descrizione

Ambito culturale: Ambito lombardo

Cronologia: post 1595

Tipologia: pittura

Misure: 82 cm x 164 cm

Notizie storico-critiche: C. Chiodi (1939, pp. 55-60) dedica una certa attenzione al ciclo di affreschi delle pareti interne dell'oratorio di S. Vincenzo a Sesto Calende, giudicandoli "notevoli", oltre che disomogenei quanto a fattura e cronologia: riferisce il trittico absidale a "scuola lombarda del XV sec.", mentre le altre figure di santi aggiunte ai lati sarebbero "di mano alquanto posteriore e di maggiori dimensioni", motivando la datazione sulla base dell'iscrizione rinvenuta sotto l'effige di S. Rocco e letta erronemanete come "1416"; lo studioso giudica poi di "età diversa le pitture della parete destra" e ancora di mano differente più esperta sarebbe il riquadro ad un livello più basso con S. Vincenzo in abito di Diacono; l'ultimo affresco considerato è il riquadro coi Magi da ascrivere ad "artista lombardo del Cinquecento avanzato". Il Chiodi individua come ragione di tale disomogeneità, il fatto che si tratti di opere devozionali offerte in epoche diverse come ex-voto in occasione di scampate malattie, soprattutto in riferimento all'episodio della peste, come confermerebbe l'iconografia di alcuni dei santi raffigurati.
Più puntuale la ricostruzione di M. Tamborini (1988, pp. 18-19) che si avvale oltre che dei dati relativi alla campagna di restauro, anche di una più ampia indagine archeologica condotta sull'intero edifico, la cui ricostruzione nelle forme attuali viene fatta risalire al sec. XI. Scarse le notizie sulla vita dell'oratorio nel periodo altomedievale e medievale, quando secondo la tesi più accreditata esso sarebbe stato annesso ad un monaster
o di monache benedettine, poi andato distrutto. Gli affreschi dell'interno sarebbero complessivamente stati eseguiti tra il XVI e il XVIII: la fascia di affreschi absidale sarebbe da riferire all'inizio del XVI sec., come attesta l'iscrizione correttamente letta "1506 die.2.X" al di sopra del S. Bernardo, da estendere a tutte le figure absidali per vicinanza stilistica, escluso il S. Rocco eseguito forse dalla stessa mano ma dieci anni più tardi come attesta la relativa iscrizione al di sotto della figura, e forse anche l'episodio di S. Francesco che riceve le stigmate, sul lato oppo
sto. A questa seconda campagna eseguita a distanza di dieci anni potrebbero appartenere anche i riquadri con l'epidosio di S. Giorgio che uccide il drago e l'adiacente S. Antonio da Padova. L'autore viene individuato in un non meglio precisabile "Antonius de Mozis", come da iscrizione alla base della figura del S. Antonio. Viene segnalata anche la porzione affrescata, assai compromessa, sulla fronte dell'altare con i SS. Benedetto e Scolastica. I rimanenti riquadri affrescati lungo le pareti laterali dell'aula sono ritenuti successivi, comunque entro la fine del Cinquecento: si tratta
del S. Vincenzo con l'abito da diacono, del riquadro con i Re Magi nella parete di destra, e del S. Rocco su quella sinistra, restituito alla visione dai recenti restauri e ricordato dalle visite pastorali del 1595 e 1603. A fianco nel 1964 venne scoperto un affresco con un Cristo crocifisso con accanto la Vergine, su cui si legge la data "26 agosto 1729", in seguito staccato e posto in deposito presso la sede della Pro Loco di Sesto Calende.

Collocazione

Provincia di Varese

Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Credits

Compilazione: Squizzato, Alessandra (2005)

Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)

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