Ritratto di Giuseppina Rossi Casartelli

De Grada, Raffaele

Ritratto di Giuseppina Rossi Casartelli

Descrizione

Identificazione: Giuseppina Rossi Casartelli

Autore: De Grada, Raffaele (1892/ 1957)

Cronologia: post 1931

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 120 cm x 200 cm

Notizie storico-critiche: Giuseppina Rossi (Milano, 1845 - Maggianico, 1930), vedova del cavalier Carlo Casartelli (cfr. inv. 497), morì il 23 novembre 1930, istituendo suo erede l'Ospedale Maggiore ed esprimendo il desiderio che tra i benefattori fosse ricordato anche il marito, scomparso il 12 dicembre 1917.
Carlo Casartelli, patriota e garibaldino, era nato a Como nel 1847 ed aveva fatto la sua fortuna impiantando a Milano e a Sesto San Giovanni degli stabilimenti per la lavorazione della seta.
Il ritratto fu assegnato a De Grada nel gennaio 1931 ed eseguito in poco più di un mese sulla base di una fotografia, ancora conservata nell'Archivio dell'Ospedale, che ritrae la benefattrice in età avanzata, seduta davanti a un portico e vestita così come appare nel dipinto.
Raffaele De Grada iniziò la sua attività di pittore a San Gimignano (1919-1921) e poi a Firenze (1921-1929), dove in un ambiente culturalmente fervido comtinuò "una lenta e ormai matura rielaborazione della lezione di Cézanne come conclusione dell'adorato Ottocento francese, allargando il campo dell'esperienza culturale ai contemporanei" (De Grada, 1959, p. XVIII). La pittura di quegli anni fu caratterizzata anche dalla adesione a "Novecento", di cui De Grada condivise il desiderio di primitiva purezza e di studio della 'misura' quattrocentesca, senza però rinunciare a un uso moderno del colore. Dopo aver partecipato alla prima (1926) e alla seconda (1929) mostra del movimento, si trasferì definitivamente a Milano. La crisi economica che allontanò dal mercato i collezionisti stranieri gli fece attraversare qualche anno duro, in cui incominciò ad insegnare all'Istituto di Belle Arti di Monza e fece domanda (1933-1935) all'Ospedale Maggiore di eseguire ritratti. A Milano, oltre a rimanere legato agli artisti di "Novecento" e ai suoi colleghi della scuola di Monza, entrò in rapporto soprattutto con gli artisti delle generazioni più giovani. Tuttavia la sua ricerca si andò isolando dalle correnti ufficiali per approfondire un rapporto personale e poetico con la natura, attraverso i puri mezzi pittorici.
De Grada dipinse dunque il ritratto nei primi anni del suo definitivo ritorno a Milano, in un momento in cui aveva ormai superato l'adesione a "Novecento" sia nelle scelte politiche sia nella forma, liberata da schemi geometrici in favore di una ricerca decisamente cromatica, che in questo caso caratterizza l'interno borghese in cui è ambientata la figura.

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico

Credits

Compilazione: Pola, Francesca (2005)

Aggiornamento: Cassinelli, Daniele (2007); Rebora, Sergio (2007)

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