Ritratto di giovane donna (Carolina Zucchi?)

Hayez, Francesco (attribuito)

Ritratto di giovane donna (Carolina Zucchi?)

Descrizione

Identificazione: Ritratto di donna

Autore: Hayez, Francesco (attribuito) (1791-1882), esecutore

Cronologia: post 1825 - ante 1835

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 59,5 cm x 74,5 cm (intero)

Descrizione: Dipinto ad olio su tela di formato rettangolare con orientamento verticale, dotato di cornice lignea dorata. L'opera raffigura una giovane donna a mezzo busto, in posizione frontale, con lo sguardo rivolto verso l'osservatore, nell'atto di accennare un sorriso. La donna indossa un abito nero con ampio scollo a "V", sopra una camicia bianca, fissato sul seno con una spilla d'oro; le spalle sono coperte da uno scialle di stoffa trasparente, bordato di blu, annodato sul petto. La giovane ha occhi e capelli scuri, divisi sul capo da una riga centrale e pettinati in modo da far ricadere sulle orecchie i riccioli scuri, fin quasi alle spalle. Lo sfondo è privo di qualsiasi ambientazione, dipinto con un tono neutro grigio scuro.

Notizie storico-critiche: Il dipinto entrò nelle civiche collezioni monzesi nel 1936, quale lascito del privato Camillo Maggi, con l'attribuzione a Giacomo Trécourt (1812-1882). Nonostante le tracce di un vecchio restauro,l'opera fu acquisista ottenenedo una valutazione positiva da parte di Erme Ripa, pittore allora incaricato della scelta delle opere destinate ad essere esposte presso la neo-nata Pinacoteca Civica in Villa Reale.
Alla fine degli anni Ottanta la critica respinse tale attribuzione, assegnando il dipinto ad un autore lombardo attivo nel quarto decennio del XIX secolo (Caramel, 1981) e, circa un decennio più tardi, anticipandone la data di esecuzione al terzo decennio del secolo (Moro, 1994). Di recente la critica non solo si è dimostrata concorde nell'escludere il nome del Trécourt, ma ha avanzato l'ipotesi che ad eseguire il dipinto sia stato Francesco Hayez, in virtù dell'eccelsa conduzione pittorica con cui è stato realizzato il dipinto, del misurato ma toccante tono sentimentale che lo caratterizza e dell'abile orchestrazione in esso dei toni cromatici neri su neri e bianchi su bianchi, che ben si accostano alla produzione dell'artista veneziano intorno al 1825-1835 (Vergani, 2008).
In linea con tale ipotesi attributiva e visto il tono diretto, intimo, non celebrativo ma familiare del dipinto - con la giovane che fissa negli occhi l'osservatore accennando un sorriso -, non è da escludere la possibilità di identificare la donna ritratta con Carolina Zucchi, dipinta dall'Hayez anche nel celebre quadro "La malata" del 1825, attualmente conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Torino, in cui compare in camicia da notte, fra i cuscini del letto. L'effigiata sarebbe dunque la figlia del ragionier Zucchi, presso cui il pittore soggiornò al suo arrivo a Milano e con la quale instaurò un'appassionata relazione amorosa. La donna, di colta famiglia della borghesia milanese, faceva parte di quel circolo di intellettuali che si riuniva nei salotti della casa paterna, frequentata oltre che da artisti e letterati anche da musicisti del calibro di Bellini e Donizetti. Il rapporto sentimentale con Hayez si chiuse intorno al 1833 ma i due continuarono nel corso degli anni a restare amici e a collaborare insieme in qualità di pittore e modella prediletta, nonchè allieva. Della donna sono infatti noti diversi ritratti realizzati tra il 1825 e il 1835, tutti accomunati da un tono intimistico e caratterizzati, più che come ritratti ufficiali, come omaggi confidenziali e privati del pittore alla donna amata, che si prestò anche in diverse occasioni ad incarnare personaggi storici nei dipinti dell'Hayez, tra cui la celebre opera "L'ultimo bacio dato da Giulietta a Romeo" del 1823.

Collezione: Collezione dei Musei Civici di Monza

Collocazione

Monza (MB), Musei Civici di Monza

Credits

Compilazione: Uva, Cristina (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).