Arazzo

manifattura di Bruxelles

Arazzo

Descrizione

Identificazione: Enea davanti a Didone

Ambito culturale: manifattura di Bruxelles

Cronologia: 1560 - 1565seconda metà sec. XVIpost 1560 - ante 1565

Tipologia: tessuti

Materia e tecnica: lana/ lavorazione a telaio; seta

Misure: 535 cm x 475 cm (intero)

Descrizione: La scena è inquadrata da una cornice con motivi floreali e figure umane. Nel bordo superiore ci sono due putti fra i quali vi è una didascalia dove si legge: AENEAM TVTE POENIS SVCCEDERE TECTIS/ET SOCIOS FESSOS DIDO BENIGNA IVBET. Nei bordi laterali (identici fra di loro) vi sono quattro figure femminili, due per parte. Le cornici presentano elementi (volute, strutture verticali, ad anello) in finto metallo colorato. Il fregio inferiore presenta altre due figure umane: un uomo e una donna che suonano un flauto e una cornamusa. La scena dell'arazzo raffigura un episodio dell'Eneide: Enea (personaggio con corona in primo piano al centro) stringe la mano all'amico Ilioneo (a destra). I Troiani sono giunti da Didone e le hanno chiesto riparo. Didone compare in secondo piano mentre scende le scale di un tempio circolare davanti al quale si svolge l'intera scena. Attorno al tempio gira una parete (con episodi della Guerra di Troia) interrotta da colonne con statue di Venere, Giunone, Cerere. Alle spalle di Enea vi sono Acate, con una picca e un altro compagno.

Notizie storico-critiche: Non è stato pubblicato nessuno studio specifico relativo a questo arazzo. Viale Ferrero ha paragonato lo stile dell'arazzo allo stile dei cartoni preparati da Michiel Coxcie. Delmarcel ha segnalato una copia di questo arazzo passata in vendita a Parigi nel 1978 e ha proposto una datazione attorno alla metà del XVI sec. Sicuramente l'arazzo apparteneva ad una serie raffigurante le Storie di Enea, tema spesso trattato da arazzieri fiamminghi del XVI secolo. Dal punto di vista stilistico, si avvicinano all'arazzo due panni, uno a Greenville e l'altro a Torigni-sur-Vire, entrambi con scene tratte dal libri I dell'Eneide (anche se appartenti a due diverse serie). Essi sono attribuiti ad una manifattura di Bruxelles, datati attorno al terzo quarto del XVI secolo e avvicinati allo stile di Coxcie. Junquera de Vega accosta l'arazzo ad una serie di arazzi della Collezione Reale di Spagna, eseguita a Bruxelles nel 1550-1555. Probabilmente vi lavorò lo stesso cartonista. Un'ipotesi accreditata è che ci sia uno scarto di circa quindici anni tra l'invenzione del cartone e la realizzazione del panno (Forti Grazzini). L'elemento più interessante per indicare un'ipotetica collocazione cronologica è rappresentato dalle strutture in finto metallo collocate nei bordi laterali e inferiore della cornice: si indica come data il 1560. Osservando il bordo dell'arazzo si può ipotizzare che non fu eseguito per quest'arazzo ma per un'opera di dimensioni diverse. Attraverso l'osservazione di sigle presenti su arazzi (per esempio le Storie di Gedeone di cui due pezzi sono conservati a Roma e uno a Siena) che hanno bordi della medesima fattura di quelli della nostra opera, si ipotizza che l'autore possa essere Frans Gheteels, attivo nel terzo quarto del XVI secolo. Probabilmente l'arazzo del Castello Sforzesco è copia di un altro dal medesimo soggetto (Forti Grazzini): a quest'ultimo arazzo forse apparteneva la cornice. Un bordo pressoché identico al quello del manufatto milanese incornicia una Storia di Ercole conservata in Spagna (Junquera), probabilmente eseguita già nel 1535. E' probabile dunque che la prima redazione dell'arazzo fu compiuta da Jan Gheteels, padre di Frans. A definire meglio l'ambiente del cartonista contribuisce anche la parete decorata con le scene tratte dalla Guerra di Troia. L'episodio in cui sono raffigurati Agamennone, Ulisse ed Epeios è riprodotta quasi identica in un medaglione monocromo del bordo inferiore della Caduta di Troia appartenente ad una serie di arazzi (Berna, terzo quarto secolo XVI). Questa serie di arazzi mette in relazione l'opera del Castello Sforzesco con quella di Perseo (vi sono anche richiami iconografici e stilistici in comune). Il cartonista del tessuto di Milano si caratterizza per una vena anticlassicista ed un gusto per la raffigurazione di strutture architettoniche piuttosto esili. Il tempio rappresentato, riprodotto senza nessun rigore archeologico, ricorda un disegno di Giulio Romano (I segretari, i servitori e gli scudieri; Parigi) preparatorio per il ciclo ad arazzo del Trionfo di Scipione.

Collezione: Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata

Credits

Compilazione: Forti Grazzini, Nello (1984)

Aggiornamento: Garzillo, Benedetto (2015); Barbieri, Lara Maria Rosa (2021)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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