Giuseppe Bonsaglio

Spreafico Eugenio

Giuseppe Bonsaglio

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giuseppe Bonsaglio

Autore: Spreafico Eugenio (Monza, 1856 - Magreglio, 1919)

Cronologia: 1886

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 45 cm x 61 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: Secondo i dati anagrafici trascritti sul rovescio, il ritrattato è Giuseppe Bonsaglio, scomparso il 13 novembre del 1879.
La presenza di un suo ritratto presso la Quadreria dei Benefattori è dovuta al figlio Andrea Bonsaglio (possidente e domiciliato in Monza via Lambro n°14), che "in omaggio alle intenzioni paterne" il 19 novembre 1885 si presentò presso l'aula della Congregazione di Carità di Monza, amministratrice dei luoghi pii cittadini, per versare "l'importo di lire Settemille onde fondare una piazza perpetua nella Pia Casa di Ricovero al nome del defunto genitore", riservando il diritto di nomina del ricoverato per sé e per i suoi parenti più prossimi. La piazza fondata rimase vacante "fino a che col prodotto degli interessi" vennero pagate le spese sostenute dalla Congregazione "per il pagamento della tassa, dell'istromento di fondazione e del ritratto"(ASCRIMz21/1, 934).
Dal 1862 l'Ospedale di Monza e i luoghi pii cittadini - compresa la Pia Casa di Ricovero, sorta nel 1831 per ricoverare e mantenere poveri vecchi monzesi, di ambo i sessi, inabili al lavoro - venivano amministrati dalla Congregazione di Carità, l'ente voluto dal governo sabaudo per gestire tutto il settore assistenziale (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
Il ritratto del benefattore fu eseguito in forma gratulatoria a spese dell'istituto che ricevette l'elargizione, secondo la tradizione istituita dalla Cà Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, p. 105).
L'esecuzione dell'effigie di Giuseppe Bonsaglio fu affidata all'artista monzese Eugenio Spreafico, chiamato per la prima volta a realizzare un ritratto per la Quadreria dell'Ospedale. Il 5 febbraio 1886 il pittore consegnò l'opera presso gli uffici della Congregazione, chiedendo come compenso per il lavoro svolto la somma di 125 lire().
Nel protocollo di consegna ci informa di una sorta di tacita consuetudine per cui i dipinti "ad uso della Pia Casa di Ricovero" erano "a mezza figura"e presentavano determinate dimensioni ("61 x 45"); questo dato può aiutarci a riconoscere, tra i ritratti della Quadreria, quali fossero i benefattori che elargirono sussidi alla Pia Casa di Ricovero e Industria di Monza.
Il soggetto è colto in posa semifrontale e fisso, secondo la più convenzionale delle impostazioni dei ritratti gratulatori. Nonostante ciò la definizione del viso è sicura, così come intensa e viva è l'espressione, indagata con fare introspettivo - quasi a suggerire un sentimento di dolorosa tristezza - attraverso una stesura pittorica libera, con tocchi sfumati sulla barba. La descrizione puntuale del vestiario, col foulard stretto al collo, il gilet millerighe e la catena d'oro portata al collo, è tesa ad affermare lo status d'appartenenza del ritrattato.
Sul rovescio del dipinto si conserva l'etichetta dell'inventario stilato nel 1938 dall'Ospedale Umberto I (secondo la denominazione assunta nel 1896 col trasferimento nel nuovo edificio di Via Solferino), quando - in seguito alla soppressione della Congregazione di Carità - la gestione dei Luoghi Pii cittadini passò all'Ente Comunale di Assistenza (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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