Angela (Agostina) Bonalumi ved. Gariboldi

Tremolada Pietro

Angela (Agostina) Bonalumi ved. Gariboldi

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Angela (Agostina) Bonalumi ved. Gariboldi

Autore: Tremolada Pietro (Monza, 1855-1913)

Cronologia: 1901

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 44,5 cm x 60,5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto

Notizie storico-critiche: Sull'etichetta commemorativa posta sul retro del dipinto sono riportati i dati anagrafici dell'effigiata: Angela Bonalumi ved. Gariboldi di Monza, scomparsa il 4 gennaio 1903. In realtà la ritrattata è "Agostina Bonalumi dei furono Luigi e Carni Rosa, d'anni 62, di condizione civile, nata e domiciliata a Monza, di stato vedova di Gariboldi Giuseppe, morì nel Comune di Monza il giorno 5 gennaio 1903", come risulta dal certificato di morte (ASCRIMz 21/4, 226).
Con atto pubblico registrato a rogito del notaio dott. Ercole Lavizzari di Monza in data 18 settembre 1901, la benefattrice stabilì di donare alla locale Pia Casa di Ricovero alcune cartelle della rendita di 500 lire annue, per un totale di 10.000 lire, "onde venisse istituita nell'Istituto stesso una piazza dopo la sua morte, essendosi la donatrice riservata il diritto d'usufrutto di tale rendita vita sua durante" (ASCRIMz 21/4, 53).
Il 19 settembre 1901 venne affidata la commissione ritratto ad olio della del sig. Bonalumi Agostina ved. Gariboldi "in seguito al desiderio espresso dalla benefattrice [...] al sig. Pittore Tremolada Pietro di Monza". E' interessante sottolineare che in questo caso il dipinto non venne eseguito post mortem, come era solito in queste occasioni, ma venne realizzato in vita, dietro desiderio della benefattrice. Il pittore monzese realizza infatti un'effigie vivida e presente, che si riscatta dalla fissità tipica di queste immagini: l'anziana signora è ritratta seduta in leggero tre quarti nell'atto di rimirare lo spettatore; il capo è coperto da un rigoroso velo nero, simbolo dello stato vedovile, che le incornicia il volto dall'espressione severa. Nonostante l'austerità dell'abbigliamento e del contegno, la donna non rinuncia all'esibizione di un vistoso gioiello, la grande spilla in oro e smalto appuntata sul colletto dell'abito.
Sul rovescio del dipinto si conserva l'etichetta dell'inventario stilato nel 1938 dall'Ospedale Umberto I (secondo la denominazione assunta nel 1896 col trasferimento nel nuovo edificio di Via Solferino), quando - in seguito alla soppressione della Congregazione di Carità - la gestione dei Luoghi Pii cittadini passò all'Ente Comunale di Assistenza (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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