San Pietro

Pittore tedesco-renano

San Pietro

Descrizione

Autore: Pittore tedesco-renano (sec. XV, seconda metà)

Ambito culturale: ambito tedesco-renano

Cronologia: 1470 - 1480

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tavola trasportata su tela

Misure: 47 cm x 121 cm

Descrizione: San Pietro, a figura intera posto leggermente di tre quarti, sta sullo sfondo di una architettura gotica che si apre su un paesaggio. Indossa una veste nera con cotta bianca ed ha nella mano destra la chiave. I piedi sono nudi, la testa aureolata. Alla sua sinistra si intavvede parte di una seconda figura e la testa di un porcellino; alla sua destra parte dei gradini di un trono. Il pavimento è mattonato a colori alterni, su una mattonella è il monogramma TM.
Personaggio: San Pietro (chiave); il monogramma TM; barba; aureola; scalzo; piviale; veste; tonsura; iscrizione petre.
Architettura: arco; modanatura; lobo; veduta interna; pilastro; capitello figurato; pavimento (piastrelle); pedana.
Fauna:porcellino.
Trono

Notizie storico-critiche: Quando giunsero al Museo, questo dipinto ed il compagno (inv. n. 346/2) erano uniti in una sola tavola, tanto da essere indicati con un solo numero di inventario. L'ultimo restauro (1993) ha chiarito che i due santi facevano parte di una scena in cui erano compresi altri personaggi - San Paolo, Santa Caterina e Sant'Antonio abate - e che l'originaria composizione era di notevoli dimensioni. La fantasiosa attribuzione a Mantegna che compariva negli elenchi Bolognini, dalla cui collezione l'opera proviene, derivava da un'arbitraria lettura della sigla che compare su una piastrella del pavimento ai piedi di San Pietro. Le seguenti vicende collocano le tavole in area tedesca, ipotizzando poi una derivazione da una stampa di Israel van Meckenem. Ragghianti (1947) accostò i dipinti alle quattro tavole del Maestro della Passione di Darmstadt a Berlino: confronto così puntuale da confermare inequivocabilmente l'origine tedesca delle due opere. La trasparenza delle luci, l'attenzione ai dettagli fisionomici, il modo di evidenziare la limpida modulazione cromatica, rivelano un gusto affine a quello del maestro di Darmstadt. Tale interpretazione fu confermata da Licia Collobi Ragghianti (1990) che richiamava anche i rapporti con una "Madonna e santi" della collezione Prohel di Amsterdam, ritenuta da Friedlander di un seguace di Van Eyck. Si tratterebbe quindi, nel caso delle due tavole del Castello, di un pittore di provenienza tedesco-renana, sensibile però alla pittura fiamminga di ambito eyckiano. L'altezza cronologica dovrebbe orientarsi verso l'ottavo decennio del Quattrocento.

Collezione: Collezione di dipinti della Pinacoteca del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Pinacoteca del Castello Sforzesco

Credits

Compilazione: Fiorio, Maria Teresa (1996); Zambrano, Patrizia (1996)

Aggiornamento: Colace, Raffaella (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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