Ritratto di Giuliano de' Medici

Filipepi Alessandro detto Botticelli Sandro (e aiuti)

Ritratto di Giuliano de' Medici

Descrizione

Autore: Filipepi Alessandro detto Botticelli Sandro (e aiuti) (1445/ 1510)

Cronologia: post 1478 - ca. 1480

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera su tavola

Misure: 39,3 cm x 59,5 cm

Notizie storico-critiche: Il dipinto raffigura Giuliano de' Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico, ed è con ogni probabilità una seconda versione rispetto a un altro ritratto di identica impostazione, conservato alla National Gallery di Washington, che differisce dalla presenza sullo sfondo di una finestra socchiusa, probabile simbolo funerario, e in primo piano di una tortora, simbolo di fedeltà e prudenza che potrebbe alludere all'amore per Simonetta Vespucci (G. Valagussa, in Grandi pittori del Rinascimento dell'Accademia Carrara di Bergamo, 2014). Per questo motivo il ritratto e le sue successive versioni, tra cui quella della Carrara, sono state talvolta datate a dopo il 1476, anno di morte di Simonetta. Tuttavia lo sguardo abbassato, le palpebre socchiuse e la smorfia malinconica della bocca farebbero pensare a un ritratto commemorativo, eseguito -forse sul modello della maschera mortuaria- subito dopo la morte di Giuliano, ucciso nella congiura dei Pazzi nel 1478. Ma, in accordo con Boskovits (in Italian Paintings of the Fifteenth Century. The Collections of the National Gallery of Art, 2003) la versione più antica di questa immagine pare essere quella dal semplice fondo blu, conservata agli Staatliche Museen di Berlino (n. 106B, tavola, cm 54 x 36): è presumibile che all'indomani della morte violenta di Giuliano molti lo volessero ricordare attraverso un ritratto e che Botticelli replicasse più volte la sua opera con il supporto della bottega. L'opera divenne una specie di canone dell'immagine di Giuliano, tanto che ne esistono anche diverse copie più tarde, quali quella in controparte (tacciata di recente come falso: Koerner, 2006, p. 93) nella Collezione Mario Crespi a Milano, quella nella National Gallery of Scotland a Glasgow e un'altra allo Czartoryski Muzeum di Cracovia. A partire da Berenson nel 1899 che mise in dubbio l'autografia del dipinto, l'opera della Carrara, giunta al Museo con l'eredità Morelli, ha avuto una tormentata fortuna critica che rimanda sempre all'ambiente del Botticelli ma che vede l'opera o come eseguita dalla bottega, o come parzialmente autografa, o come copia, "senza mai escludere in vari casi la riaffermazione di un'autografia del maestro che poteva ragionevolmente intervenire in prima persona su un dipinto preparato nel suo atelier" (Valagussa, 2014). La cornice risale al secolo XX ed è in listello ligneo (cassonetto con vetro), oro.

Collezione: Fondo Morelli

Collocazione

Bergamo (BG), Accademia Carrara - Museo

Credits

Compilazione: Trichies, Silvia (1998)

Aggiornamento: Muzzin, Silvia (2007); Civai, Alessandra (2014)

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