Canto d'amore

De Chirico, Giorgio

Canto d'amore

Descrizione

Identificazione: Testa di statua, guanto e palla tra architetture

Autore: De Chirico, Giorgio (1888-1978)

Cronologia: 1955

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 50 cm x 60 cm

Notizie storico-critiche: Si tratta di una replica autografa del celebre dipinto "Canto d'amore" (New York, Museum of Modern Art), eseguito più di quarant'anni prima nel 1914 da de Chirico nel suo giovanile soggiorno a Parigi. E' il periodo d'esordio della pittura metafisica, una pittura che negli intendimenti di de Chirico che usa per primo tale definizione, va oltre la rappresentazione della realtà sensoriale. L'artista intende cogliere i "valori nascosti" che le cose rivelano solo quando sono sorprese in una loro solitudine misteriosa, spaesata. Nel 1918 scrive: "Bisogna scoprire il demone in ogni cosa", cioè l'aspetto misterioso che si cela dietro ogni oggetto e che si rivela all'artista in certi "momenti anormali" o magici. La rottura della logica abituale delle situazioni e degli spazi è per de Chirico il modo di far rilevare l'aspetto magico e misterioso che si nasconde dietro ai rapporti consueti. Le combinazioni anomale di oggetti e segni provocano la fantasia dell'osservatore in maniera del tutto nuova. Qui la testa dell'Apollo del Belvedere, una delle icone culturali più note e abusate dell'arte classica, è accanto al famoso guanto di gomma rossa e a una palla di stoffa verde. Non è solo uno shock per i benpensanti, sono i segni di una nuova misteriosa rivelazione. Si tratta di una grandiosa messa in scena colpita da una luce netta che esalta l'imponenza plastica degli oggetti. Non vi è un'interpretazione iconografica univoca e il titolo, che deriva da una lirica di Guillaume Apollinaire, rimane misterioso, anche se evidente è il significato di Apollo, quale dio delle muse, e quindi trasfigurazione della poesia e dell'arte, del guanto come evocatore del pericolo, di ciò che è vietato toccare (forse l'amore?), della palla come simbolo dell'infanzia. Wieland Schmied definisce il "Canto d'Amore" l'uovo del cuculo del Classicismo.

Collocazione

Bergamo (BG), GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea

Credits

Compilazione: Trichies, Silvia (1999)

Aggiornamento: Civai, Alessandra (2006); Muzzin, Silvia (2006); Civai, Alessandra (2012); Civai, Alessandra (2015)

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