Storie della Passione di Gesù

Boccaccio, Boccaccino; Bembo, Giovan Francesco; Melone, Altobello; da Romano, Girolamo detto Girolamo Romanino; De Sacchis, Giovanni Antonio detto il Pordenone

Storie della Passione di Gesù

Descrizione

Identificazione: Angelo appare a Gioacchino

Autore: Boccaccio, Boccaccino (1465/ 1525); Bembo, Giovan Francesco (Cremona, notizie 1509/1536); Melone, Altobello (1490-91/1543 ante); da Romano, Girolamo detto Girolamo Romanino (1485/1566); De Sacchis, Giovanni Antonio detto il Pordenone (1484/1539)

Cronologia: post 1514 - ca. 1520

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco/ pittura a fresco

Notizie storico-critiche: Il ciclo dedicato alla Vita di Maria e della Passione di Gesù si svolge lungo le fasce superiori delle pareti nord e sud della navata centrale. Viene avviato da Boccaccio Boccaccino che nel 1513 progetta l'intera decorazione, strutturando la narrazione in scene separate da finte lesene. Dal 1514 al 1517 realizza, a partire dalla prima campata del lato nord, otto composizioni distribuite in due riquadri per ogni campata, inserendo nella caratterizzazione di alcuni personaggi dei ritratti di contemporanei che diventeranno una costante nell'intero ciclo, si noti ad esempio il ritratto di Massimiliano d'Asburgo (giustificabile per il ruolo svolto nella restaurazione sforzesca) presente nella Circoncisione. Il linguaggio di Boccaccino si contraddistingue per l'attenzione al mondo nordico e veneziano, per i richiami alla pittura emiliana e ferrarese, in particolare sembra guardare verso Aspertini, Lorenzo Costa, Garofalo, unitamene a suggestioni prospettiche bramantinesche. Le due storie nella quinta campata sono realizzate da Giovan Francesco Bembo, allievo di Boccaccio Boccaccino, che porta un nuovo linguaggio influenzato da echi raffaelleschi misti a spunti dureriani (dal Marienleben) che fanno contrasto con l'impostazione fortemente classicista delle architetture improntate da citazioni archeologiche. La settima campata spetta ad Altobello Melone, la personalità più originale: interessato ai modi espressivi delle stampe nordiche (Durer, Altdorfer) ed alla pittura contemporanea lombarda (Romanino, Lorenzo Lotto), è dotato di una tecnica esecutiva molto veloce. Nell'ottava campata torna Boccaccio Boccaccino che termina le scene del lato nord. La narrazione riprende quindi sulla parete sud con le Storie della Passione di Gesù, avviate nel 1518 da Altobello Melone con le scene dell'Ultima cena, la Lavanda dei piedi, l'Orazione nell'orto, la Cattura di Cristo e Cristo davanti a Caifa che occupano le prime tre campate a partire dal presbiterio. Le due campate seguenti vedono l'intervento fra il 1518 e il 1519 di Girolamo Romanino, famoso artista bresciano, che era già stato a Cremona nell'ottobre 1517 e nel maggio 1518 a stimare gli affreschi di Altobello. La pittura di Romanino è ricca di osservazioni naturalistiche, ricerca effetti psicologici, intensifica pateticamente il racconto e porta a Cremona un colorismo mai visto, ricco di bagliori tizianeschi. La sua tecnica esecutiva a tratteggi risponde ad un'esigenza di velocizzare i tempi di esecuzione e di sottolineatura espressiva. La modernità di Romanino non viene compresa ed il lavoro, nonostante il positivo collaudo fatto da Martino Piazza, verrà saldato solo l'11 luglio 1541. In seguito al licenziamento di Romanino il ciclo viene portato a termine da Giovanni Antonio De Sacchis, detto il Pordenone, che porta a Cremona la cultura romana di Michelangelo e Giulio Romano, come emerge dal gigantismo delle figure e dal concitato dinamismo. Pordenone cambia impaginazione e realizza una sola storia per ognuno dei tre arconi restanti (1520). A lui si devono i sei profeti e i sottarchi delle ultime tre arcate e gran parte della decorazione della controfacciata.

Collocazione

Cremona (CR), Piazza del Comune

Credits

Compilazione: Miscioscia, Annunziata (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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