Andromeda

Giani Felice (attr.)

Andromeda

Descrizione

Identificazione: Andromeda incatenata alla roccia

Autore: Giani Felice (attr.) (1758/ 1823)

Cronologia: (?) 1775 - (?) 1799

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 43,5 x 32

Notizie storico-critiche: Il dipinto si identifica probabilmente con la Venere giacente n. 139 dell'elenco giudiziale, redatto da Pietro Michis nel 1892, dei dipinti esistenti nella casa di Giovanni Francesco Reale, conservatore del Museo Malaspina, e da questi donato alla città. Nel verbale di permuta del 1924 fra il Museo e La Scuola di Pittura l'Andromeda è ricondotta a Felice Giani; verosimilmente l'attribuzione espressa in quell'occasione si deve alla scritta posta sul retro dell'opera. Nel corso dei decenni la critica ha molto dibattuto sulla paternità del quadro. Servolini e Zamboni lo presentano come il primo dipinto noto di Giani e lo riconducono all'apprendistato pavese, avvenuto sotto la guida di Carlo Antonio Bianchi fino al 1778, anno in cui l'artista si trasferisce a Bologna.
In particolare la Zamboni lo data attorno agli anni 1776-77. Su posizioni opposte la Ottani Cavina, che lo esclude senza alcun dubbio dal catalogo dell'artista asserendo che non si sia conservato nulla del periodo pavese. La studiosa ritiene inoltre che la scritta sul retro sia ottocentesca e quindi inattendibile e che la tela sia tecnicamente e formalmente lontana dalla prima maniera dell'artista. Ancora differente è la posizione del Peroni che attribuisce al Giani il dipinto, ma lo ritiene opera modesta da ricondurre ad una fase più avanzata della sua carriera. Infine la Collina giudica l'opera di Giuseppe Bossi "sulla base di soluzioni formali e stilistiche analoghe alla Diana e Callisto e al Caino e Abele".

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Ruiu, Daniela (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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