Paesaggio

Cazzaniga Giancarlo

Paesaggio

Descrizione

Autore: Cazzaniga Giancarlo (1930/), autore

Cronologia: 1969

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: tempera/ pastelli/ matita su carta

Misure: 490 mm x 345 mm

Descrizione: Paesaggio con cespuglio di vegetazione mediterranea, visto come attraverso una finestra; toni spenti del verde, del marrone e dell'azzurro

Notizie storico-critiche: Tutti e tre i lavori di Cazzaniga che la collezione Lajolo possiede raffigurano paesaggi.
La loro esecuzione risale al periodo compreso tra il 1966 e il 1971, quello in cui il pittore, messi da parte i temi dei jazz-men e della periferia milanese, più vicini ai modi del Realismo Esistenziale, comincia a scoprire il paesaggio naturale.
Molti dei lavori di questo periodo raffigurano Portonovo del Conero, dove, secondo il racconto di Davide Lajolo, Cazzaniga è condotto dalla "silenziosa e fraterna amicizia" del collega Bruno Fanesi.
"A Cazzaniga prese il fiato," - scrive Lajolo - "se ne innamorò senza dichiarasi, ci tornò stagione dietro stagione ed ecco le vecchie erbe, i fiori recisi, i cespugli dissolti prendere altro sentimento, altra tenerezza e anche un pò l'angoscia di perdere quella toccata felicità." (Lajolo, 1973).
A questa fase dell'evoluzione artistica del pittore, nel 1970 viene dedicata la mostra "Giancarlo Cazzaniga. Ricordo d'estate 1965-1970", tenutasi alla Galleria Civica di Monza. "Sono anni fecondi, - scrive Roberto Tassi nel testo di presentazione della mostra - di meditazione e di maturità pittorica. I vari elementi della pittura di Cazzaniga vi confluiscono dopo un tragitto che attraversa gli anni difficili della formazione milanese, e vi si trovano ormai approntati a stringere l'immagine in una costruzione ben definita, che di quell'esperienza conserva gli stimoli più vitali." (Tassi, 1970).
Tra gli elementi che Tassi individua e che ritroviamo anche nei pastelli della collezione Lajolo vi è in primo luogo l'omogeneità cromatica sui toni spenti della tavolozza con una sua precisa valenza psicologica, "adatta quindi ad esprimere l'atmosfera di nostalgia e di tristezza che è propria del ricordo".
Secondo il critico, l'aspetto cromatico sarebbe l'impronta personale di Cazzaniga su di una tradizione naturalistica che ha origine in Morlotti.
La costruzione dello spazio, ridotto al massimo per profondità e diviso in due zone, è un'altro degli elementi sottolineati da Tassi: "(...) è come una parete su cui gli oggetti sono appoggiati o una sostanza amorfa, a funzione psicologica, dalla quale emergono;", in una ambiguità tra interno ed esterno che corrisponde al porsi incerto di Cazzaniga tra l'assunzione degli oggetti come dato reale e la loro elaborazione come segni della memoria.
Infine Tassi nota un'ultima caratteristica che trova riscontro nei tre pastelli della collezione Lajolo: più sfatti e sfumati i primi paesaggi (quelli vicini al 1965), "un'amalgama annebbiata da cui emergono le tracce della vegetazione"; di una consistenza più netta gli ultimi (quelli vicini al 1970), in cui l'immagine è delineata con una certa durezza formale (come in questo lavoro del 1969).

Collocazione

Milano (MI), Fondazione Davide Lajolo

Credits

Compilazione: Ciottoli Sollazzo, Nora (2005)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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