Figure maschili sedute
Gorni Giuseppe
Descrizione
Autore: Gorni Giuseppe (1894/ 1975), autore
Cronologia: 1918
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: matita su carta
Misure: 100 mm x 138 mm
Descrizione: due figure maschili sedute attorno ad un tavolino; l'uomo in primo piano è raffigurato di profilo sulla sedia (schiena a destra, gambe a sinistra) col viso rivolto frontalmente al riguardante e le mani appoggiate ad un bastone; in basso è visibile l'ombra della sedia; l'uomo in secondo piano, seduto dall'altra parte di un tavolino rotondo, risulta in buona parte coperto dal primo personaggio, per cui se ne vede in sostanza il busto col viso di profilo, rivolto al compagno
Notizie storico-critiche: L'opera appartiene alla serie dei disegni eseguiti, su fogli di taccuino, negli anni in cui Gorni è tenuto prigioniero nel lager di Hajmasker, in Ungheria (1916 al 1918).
Soggetto di questi disegni sono generalmente i compagni di prigionia, spesso raffigurati seduti e inerti negli interminabili momenti di attesa, oppure i contadini del suo paese natale nel mantovano, in scene di vita quotidiana molte volte osservate prima della partenza per il fronte, che riaffiorano alla memoria durante la permanenza ad Hajmasker.
Nel caso di questo disegno della collezione Lajolo, l'evidente tristezza sul volto emaciato del personaggio raffigurato in primo piano fa pensare che possa trattarsi con ogni probabilità della rappresentazione di un momento della vita di prigionia.
Le forme sono ridotte ad un'essenzialità quasi astratta e le figure, per via dei volumi pieni e largamente modellati, acquistano un impatto di tipo monumentale, benchè di piccole dimensioni. Nonostante l'isolamento e la mancanza di preparazione artistica, Gorni giunge infatti in questi disegni, i primi da lui realizzati al di là dei giovanili studi dal vero, a soluzioni formali molto moderne, che anticipano i canoni di certo primitivismo e novecentismo che avranno successo e divulgazione solo dopo la guerra (De Micheli M. 1972).
A conferma di ciò, questi primi lavori dell'artista mantovano ottengono nel 1919 l'apprezzamente di Margherita Sarfatti, in un articolo comparso su un numero della rivista "L'Ardita" (Giuseppe Gorni 1972).
Gorni non approfitta del momento favorevole alla sua carriera d'artista e cade da allora in un lungo periodo d'oblio, terminato intorno al 1965, quando la Galleria Gianferrari di Milano gli dedica una mostra personale.
E' all'incirca in questo periodo che Davide Lajolo conosce Gorni (Lajolo 1984).
Questo disegno del 1918 entra dunque a far parte della collezione solo dopo la metà degli anni '60.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/LA010-00191/
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