Po di Breme - un inverno

Ghinzani Alberto

Po di Breme - un inverno

Descrizione

Identificazione: paesaggio

Autore: Ghinzani Alberto (1939/), autore

Cronologia: 1976

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tempera su carta giallina

Misure: 66 cm x 48 cm

Descrizione: catasta di tronchi scuri disposti orizzontalmente e intrecciati tra loro; i tronchi emergono da una liscia superficie bianco-grigia e appaiono coperti di neve; sullo sfondo al centro, sopra l'alta linea dell'orizzonte, il rosso del tramonto

Notizie storico-critiche: Le due opere su carta di Ghinzani presenti all'interno della collezione Lajolo (oltre a questa, v. NSK 230) sono testimonianza di quella parte della produzione dell'artista dedicata alla pittura.
Ghinzani vi affronta il tema del paesaggio, lo stesso su cui contemporaneamente lavora con i mezzi sculturei (per quanto in scultura esso risulti insolito).
I paesaggi raffigurati sono quelli della terra natale, la Lomellina. Scolpiti oppure dipinti, essi sono il frutto della medesima ricerca formale e fanno ricorso ad un linguaggio che ha i suoi riferimenti nel naturalismo padano, in Ennio Morlotti e in Alfredo Chighine.
Non a caso riflessioni critiche fatte sulle sculture di paesaggi si rivelano adatte ad illustrare anche i lavori pittorici.
Così accade quando Luigi Carluccio parla di "spazio compatto e tuttavia sfibrato in tanti elementi misteriosi" e aggiunge: "La figura del paesaggio diventa per Ghinzani la stessa cosa che la figura dell'uomo era per Giacometti, una riduzione, una spoliazione al limite delle necessità corporee della materia. Così egli evoca un paesaggio che è soltanto un fascio di muscoli lunghi, un fascio di nervi, un osso" (Carluccio 1975).
Lo stesso vale quando Flaminio Gualdoni sottolinea il segno "primario, sorgivo" dell'artista, in un gesto che "non imita la natura ma la rifonda" (Gualdoni 2002).
Come indica la dedica a Davide Lajolo leggibile accanto alla firma, l'opera in esame risulta essere un dono di Ghinzani allo scrittore.
Proprio al 1976, anno d'esecuzione di questo paesaggio invernale, risale la pubblicazione, su "Il Mondo", di un articolo di Lajolo dedicato all'artista, "lo scultore che trasferisce in sculture sofferte i sedimenti e i paesaggi sofferti della sua Lomellina. Fascine, grovigli, striature di terra. In tutte avverti la presenza dell'uomo, il suo passaggio, il suo fiato." (Lajolo 1976).

Collocazione

Milano (MI), Fondazione Davide Lajolo

Credits

Compilazione: Mattio, Fiorella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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