ELEMENTI DECORATIVI ARCHITETTONICI
Dalmaschio Luigi; Pellegrini Giovanni
Descrizione
Autore: Dalmaschio Luigi (notizie fine sec. XVIII - inizio sec. XIX), esecutore; Pellegrini Giovanni (notizie fine sec. XVIII - inizio sec. XIX), esecutore
Cronologia: ca. 1790 - ca. 1791
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso
Misure: 220 cm x 11 cm x 405 cm
Notizie storico-critiche: I quattro portali rientrano - al pari dei calchi in gesso posti alle pareti - nella campagna decorativa avviata nel 1790 al fine di arricchire e valorizzare la Camera del Sole e della Luna, giudicata - come già altri ambienti di palazzo Te - troppo "spoglia" e disadorna. La creazione di questi elementi è finalizzata all'ulteriore arricchimento delle pareti e, nel contempo, alla soddisfazione di un'esigenza di simmetria: i portali di sinistra della parete Ovest e della parete Est, infatti, non hanno alcuna funzione pratica, ma completano visivamente il quadro delle aperture dell'ambiente. Il portale di sinistra delle parete Ovest, inoltre, blocca l'accesso al corridoio che disimpegna le Camere di Ovidio e delle Imprese. La struttura dei quattro portali - ripetuta senza varianti - si basa sulla sovrapposizione di due porzioni assai ben distinte: un portale cieco - solo due portali ospitano reali ingressi verso la Loggia delle Muse e verso la Camera delle Imprese - sobriamente evidenziato da modanature lineari esterne e da due cornici a fascia interne, e un sopraporta riccamente elaborato. All'interno di ciascun sopraporta si trova un differente calco in gesso: i quattro calchi - per i quali rimandiamo alle specifiche schede - riproducono altrettanti bassorilievi delle pareti di testa della Loggia di Davide. Il sopraporta presenta uno spazio tripartito: un motivo con telamoni ripetuto alle due estremità inquadra il calco centrale, conferendo all'insieme ordine e simmetria. Una trabeazione - conclusa in alto da una fascia ad ovoli che si ricollega visivamente a quella del soprastante cornicione cinquecentesco della volta, e arricchita, nello spessore, da due rosette in corrispondenza degli angoli superiori del calco - poggia sulle due trabeazioni minori sostenute dalle figure con funzione di sostegno. La unisce a queste una cornice continua a elementi fitomorfi (boccioli?), che funge da bordo ornamentale al calco stesso e prosegue sulla base del motivo con telamoni. I quattro personaggi maschili che fungono da colonna sono accoppiati e presentano postura uguale e contrapposta, volgendo le teste barbute all'interno: le mani sostengono un festone di foglie e frutti che, con la sua curvatura, si contrappone armoniosamente al motivo a edicola posto tra le due figure, sottolineato da una modanatura interna a perline. Infine, una fascia priva di decorazione separa il calco e i motivi con telamoni dalla cornice aggettante che unisce l'intero sopraporta al portale: questa, a gola dritta, é costituita da un motivo continuo a fogliette, arricchito ai due angoli da una sorta di palmetta. I sopraporta e i portali ciechi della Camera del Sole e della Luna costituiscono - nel contesto della campagna decorativa attuata dagli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Mantova Luigi Dalmaschio e Giovanni Pellegrini nell'ultimo decennio del XVIII sec. - un intervento "originale" o, per meglio dire, non basato su modelli già esistenti, quale è invece il caso dei calchi alle pareti. Tra le caratteristiche salienti dell'opera spiccano la ricercata simmetria e l'attenzione per i dettagli decorativi architettonici di stile classico; l'ordine e la rigidità del lucido impianto strutturale sono animati dai muscolosi telamoni contrapposti - resi con modellato sicuro e memori dell'esempio antico quanto degli stilemi manieristi - e dal dettaglio antiquario e vivace dei festoni a tutto tondo. A livello conservativo si sottolinea, in particolare, la presenza di fessurazioni di diversa entità su elementi quali trabeazioni e cornici o sulla parete, in prossimità del portale: il problema risulta più evidente sui portali della parete Est, interessati da crepe strutturali talora notevoli, che in qualche caso proseguono sul cornicione cinquecentesco della volta. Di lieve entità, invece, le lacune osservabili lungo le cornici degli elementi architettonici.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Marocchi, Giulia (2007)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00047/
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