Portale
bottega mantovana (?)
Descrizione
Ambito culturale: bottega mantovana (?)
Cronologia: post 1490 - ante 1525
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: marmo biancone di verona
Misure: 44 cm x 223 cm x 360 cm x 21 cm
Descrizione: Portale lavorato a bassorilievo, ricomposto e murato; le spalle, poggianti su basi ornate da fogliami, sono decorate lungo il profilo esterno da successione di elementi floreali entro nastri, internamente da grande corolla di fiore, visibile per intero al centro della spalla, metà alle due estremità della stessa; gli stessi motivi ricorrono - con minime varianti - sull'arco, caratterizzato da chiave di volta ornata da corolla centrale.
Notizie storico-critiche: Il portale, detto da N. Giannantoni (?) (cfr. scheda dattiloscritta, DO) già "in opera sul passaggio dai chiostri di S. Domenico al cortile del Palazzo dell'Inquisizione", é individuabile nel portale consegnato dal Comune di Mantova all'amministrazione di Palazzo Ducale nel maggio 1924: l'avviso di ricevuta (cfr. DO) descrive, infatti, il pezzo come "portale in marmo con inferriata a mezzaluna proveniente dal passaggio demolito fra il secondo chiostro di S. Domenico e il porticato dell'ex palazzo dell'Inquisizione". L'inferriata in oggetto é oggi individuata nel n. inv. gen. 12511 (Palazzo Ducale, depositata sulla scala verso l'Armeria). Intenzione dell'amministrazione - scrive il Direttore Cottafavi dando ricevuta dei due pezzi - é quella di collocare il portale "ad una porta dell'Appartamento Estivale verso il giardino del padiglione": un progetto non portato a compimento, perché il portale fu invece murato al pianterreno del Castello di S. Giorgio.
Il Comune di Mantova, divenuto proprietario della Caserma Landucci ricavata negli spazi dell'ex chiesa e convento di S. Domenico (acquisto effettuato il 20 marzo 1924, cfr. ASCMn, C.C., b. 5, classe I-art. 2, fasc. 40 "Caserma S. Domenico, ora Landucci") con la finalità di abbattere lo stabile in attuazione del nuovo piano regolatore, dispone tra 1924 e 1926 circa il deposito a Palazzo Ducale, già sede delle collezioni civiche, di marmi e altri manufatti presenti nel complesso conventuale: portali, lapidi, sculture e altri marmi di tipo architettonico. In particolare, il portale in oggetto figura tra i pezzi provenienti da S. Domenico consegnati il 30 maggio 1924: con esso, le due colonne nn. invv. genn. 11382 e 11383 del primo chiostro.
La demolizione del complesso conventuale - con una prima eccezione riguardante il campanile e il fianco occidentale dell'ex chiesa, gravati "dalla servitù di pubblico rilevante interesse [...]" (cfr. contratto di acquisto 20 marzo 1924 su citato) - é sostazialmente accolta da una voce importante della cultura mantovana dell'epoca, nonché Direttore del Museo di Palazzo Ducale: Clinio Cottafavi che, descrivendo le parti di maggior interesse della chiesa e degli annessi, auspicandone la conservazione, indica nel riutilizzo dei materiali artistici di S. Domenico la giusta via di qualificazione delle nuove costruzioni cittadine, in primis i portici. Scrive Cottafavi (7 dicembre 1921, cfr. bibliografia): "Contro la demolizione del convento e del Palazzo della Inquisizione, se non completa almeno parziale, perché il secondo chiostro, forse il più vecchio, potrebbe salvarsi, non dovrebbero pur sorgere serie obbiezioni, a mio credere, malgrado la leggiadria dei due chiostri e specialmente del secondo, che ha diretta comunicazione col sacrato della Chiesa a mezzo di una porta il cui arco é chiuso da una ferriata di bel lavoro e di gustoso disegno [...]".
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00375/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).