Crocifissione
Bramantino
Descrizione
Autore: Bramantino (1465-1530 ca.), esecutore
Cronologia: ca. 1510 - ca. 1525
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 270 x 372
Notizie storico-critiche: Sconosciuta è l'ubicazione originaria. Nel 1806 risulta già a Brera. Secondo il Mongeri (1872) la presenza dell'opera nel nucleo più antico di pitture della Pinacoteca di Brera, dimostrerebbe la sua originaria collocazione nella chiesa di Santa Maria di Brera, già degli Umiliati, dove avrebbe costituito un'anta d'organo. Il Mulazzani (1974) ipotizza invece una stretta connessione del dipinto con le sedute preparatorie del Conciliabolo di Pisa, svoltesi nel Duomo di Milano: il dipinto proverrebbe perciò proprio dal Duomo di Milano. Anche questa ipotesi deve essere però valutata con cautela. Il Longhi (1916) per primo ha rivalutato la poetica bramantiniana, soprattutto quella collegata ai suoi 'sogni di architettura nei fondi dei quadri'. L'edificio a destra, sotto la figura del demonio, è stata identificata come la cappella Trivulzio (edificio progettato dal Bramantino, ma giunto a noi in forma imperfetta) da numerosi studiosi, trasmette la concezione più completa degli ideali architettonici dell'artista, all'interno di una visione urbanistica di pura poesia. Secondo Mulazzani (1974) il dipinto rappresenterebbe le origini della Chiesa e della Cristianità, secondo un sermone di Aelredo di Rielvaulx in commento ad alcuni passi di Isaia, intese come 'Plenitudo Temporis' e 'Plenitudo Gentis'. Il cubo lontano a destra rappresenterebbe la roccia del deserto sulla quale si fermò Loth, e perciò simbolicamente il luogo dove nacque Cristo; la piramide simboleggerebbe l'esilio in Egitto, e l'edificio più in alto, a destra della Croce, la Sinagoga, sede di profeti e filosofi. La parte destra rappresenterebbe perciò tutto ciò che precede la religione cristiana e cioè la cultura ebraica che a sua volta affonda le sue radici nella cultura egiziana e pagana, viste tuttavia come imperfette (poste sotto il simbolo della luna e del diavolo); la parte sinistra rappresenterebbe l'avvento di Cristo con il suo sacrificio (la crocifissione), che ha vinto il demonio e liberato dalla terra, rendendola libera di fruttificare (gli alberi cresciuti a sinistra), il tutto illuminato dalla luce della Verità (il sole). Tale simbologia sarebbe stata adattata, sempre secondo il Mulazzani, dai circoli milanesi che invocavano una riforma della chiesa, ed in particolare dai prelati che organizzarono il Conciliabolo di Pisa le cui sedute preliminari avvennero nel Duomo di Milano (1510). La Navarro (1982) ha proposto invece di mettere in relazione la crocifissione con il circolo di Santa Marta, visto anche i legami degli intellettuali che vi facevano parte con con le figure coinvolte nei preparativi del Conciliabolo di Pisa. Stretti restano comunque i legami con la figura del Maresciallo Trivulzio, dal momento che evidenti sono le affinità fra quest'opera e la serie dei Mesi, per lui eseguiti dal Bramantino fra il 1504 ed il 1509. Il silenzio delle fonti su quest'opera del Bramantino potrebbe del resto essere spiegata anche con una committenza strettamente privata dell'opera che, come la serie degli arazzi raffiguranti i Mesi, potrebbe essere stata eseguita dal Bramantino per il trivulzio e perciò destinata al suo palazzo (già in via Rugabella).
Collezione: Collezioni della Pinacoteca di Brera
Collocazione
Milano (MI), Pinacoteca di Brera
Credits
Compilazione: Faraoni, Monja (1999)
Aggiornamento: ARTPAST (2006)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/RL480-00057/
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