Ultimi pascoli

Fornara, Carlo

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Descrizione

Identificazione: paesaggio montano

Autore: Fornara, Carlo (1871/ 1968), esecutore

Cronologia: 1905

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela/ pittura a olio

Misure: 100 cm x 70 cm ; 127 cm x 7 cm x 97,5 cm

Descrizione: Dipinto a olio di medie dimensioni di Carlo Fornara, raffigurante un paesaggio montano con pascoli erbosi con alcune mucche in primo piano e montagne sullo sfondo.

Notizie storico-critiche: Il dipinto è giunto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica nel 1957, con il lascito della collezione di Guido Rossi, come gli altri sette di Fornara (inv. nn. 1844-1851). Rossi possedeva un cospicuo nucleo di opere di Fornara, più ampio di quelle poi giunte in museo, che dava, e dà ancora, conto dell'intera produzione del pittore, dalle opere dipinte a impasto dei primissimi anni novanta del XIX secolo ai dipinti divisionisti fino alle opere tarde della metà del novecento. É probabile che buona parte delle opere di Fornara siano state acquistate da Rossi direttamente dall'autore, con il quale era in rapporti di consuetudine.
Già datato intorno al 1908 e identificato nell'opera premiata a Bruxelles con medaglia d'argento (Archivi del divisionismo 1968, p. 127), il dipinto è stato invece anticipato almeno al 1905, quando venne esposto alla Biennale di Venezia, sulla base di una fotografia dell'archivio Fornara, da Annie-Paule Quinsac, che ha anche individuato il paesaggio rappresentato: un altopiano della Valle Mesolcina, all'altezza di Soazza, visibile in lontananza sulla sinistra, lo stesso che era stato dipinto nel grande quadro sfregiato da un fanatico alla Biennale di Venezia del 1899, tanto da costringere alla divisione dell'opera in due (A.P. Quinsac, in Da Segantini a Balla 1999, p. 98, n. 31). Sarà da considerare un refuso la datazione al 1948 proposta da Marco Valsecchi e Franco Vercellotti (Valsecchi, Vercellotti 1971, p. 58 n. 166).
Il quadro, in buono stato di conservazione, è stato dipinto su una preparazione rosa intenso, che accentua la luce fredda della tela, riequilibrando i toni quasi acidi della tavolozza. Il dipinto si segnala come testimonianza del livello raggiunto dalla pittura di Fornara negli anni di massima adesione al divisionismo e per l'applicazione coerente e precisa della tecnica divisa, con effetti di intensa luminosità e di rigorosa scansione spaziale: l'evidente ispirazione segantiniana è interpretata con una luce raggelata e una tecnica che indurisce l'apparente naturalismo con l'astrazione del segno.

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Cucciniello, Omar (2011); Giorgione, Claudio (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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