Santa Cecilia e santa Caterina

Mainardi, Andrea (esecutore); Mainardi, Marcantonio; Cattapane, Luca; Natali, Giuseppe; Biella, Felice; Ferrario, Federico; Bortoloni, Mattia

Santa Cecilia e santa Caterina

Descrizione

Autore: Mainardi, Andrea (esecutore) (1550 ca./ post 1613), esecutore; Mainardi, Marcantonio (1570 ca./ 1629), esecutore; Cattapane, Luca (notizie 1587-ante 1600), esecutore; Natali, Giuseppe (1661/ 1720), esecutore; Biella, Felice (1702/ 1786), esecutore; Ferrario, Federico (1714/ 1802), esecutore; Bortoloni, Mattia (1696/ 1750), esecutore

Cronologia: ca. 1584 - ca. 1600ca. 1705 - ca. 1755

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: muratura/ pittura

Descrizione: La decorazione cinquecentesca della chiesa presenta il medesimo impianto: cappelle laterali sormontate dalla pala d'altare, ricca decorazione a stucco bianco e oro che inquadra quattro affreschi posti nella pareti laterali, mentre entro nicchie compaino statue di Santi. A partire da sinistra si trovano le cappelle dedicata alle Sante Cecilia e Caterina d'Alessandria, dei Santi Gerolamo e Agostino; da sinistra la cappella dedicata a Sant'Antonio da Padova, quella del Crocifisso e infine ai Santi Antonio abate e Savino. Gli interventi cinquecenteschi si concludono nel presbiterio con le Storie di San Pietro. Il secondo intervento decorativo si colloca nel Settecento quando verrà affrescata la prima cappella dedicata alla Madonna del Rosario, la volta della navata, della sacrestia e del coro.

Notizie storico-critiche: La prima decorazione cinquecentesca della chiesa si compie in un arco cronologico che va dal 1584 al 1600 e vede protagonisti tre pittori cremonesi: Andrea Mainardi detto il Chiaveghino, suo nipote Marcantonio e Luca Cattapane, per poi concludersi nel presbiterio dove un artista anonimo ma di matrice cremonese affresca le Storie di san Pietro. Il programma decorativo, da cui è esclusa la prima cappella a sinistra, segue la medesima impostazione: un'ancona su tela posta sopra l'altare, accompagnata ai lati da due piccoli episodi ad affresco racchiusi da ovale, mentre sulle pareti laterli, al di sopra di nicchie contenenti statue di Santi in stucco, altre scene a fresco di formato rettangolare. Si differenzia la prima cappella a destra, dedicata oggi a Sant'Antonio da Padova, la cui impostazione differisce a causa di un rifacimento. L'apparato comprende poi stucchi dorati su fondo bianco in cui elementi profani (candelabre e sfingi) si mescolano a simboli che alludono all'Eucarestia. Il complesso programma richiama sicuramente quello della chiesa abbaziale di San Sigismondo a Cremona, altra sede dell'ordine dei gerolamini ivi voluti dalla duchessa Bianca Maria Visconti che qui celebra le sue nozze con Francesco Sforza. La cappella dedicata alle Sante Cecilia e Caterina, la seconda a sinistra, mostra al centro la pala d'altare di Andrea Mainardi, copia fedele di quella dipinta da Bernardino Campi fra il 1564 e il 1566 nella chiesa cremonese. Sulla parete sinistra il Battesimo di Valeriano e il Matrimonio bianco di Cecilia e Valeriano, mentre a destra episodi che si riferiscono a Caterina quali il Matrimonio mistico di santa Caterina e Santa Caterina e i retori di Alessandria.
Nella seconda cappella dedicata a San Gerolamo e Sant'Agostino, gli affreschi raccontano le storie dei due santi e si devono alla sola mano di Luca Cattapane, il cui stile rivela volti fortemente espressivi, quasi deformi, accompagnati da gesti teatrali e nervosi a cui si unisce una grande capacità inventiva. Anche la pala d'altare è una copia di quella di Bernardino Campi eseguita nel 1567 per San Sigismondo a Cremona, pur con qualche variazione.
La prima cappella a destra risulta invece dedicata a Sant'Antonio da Padova, l'antica sede del fonte battesimale. Modificata in un momento successivo, originariamente era dedicata ai santi Alessio e Fermo, e proprio nel dipinto murale con Sant'Alessio in viaggio verso Edessa rimane la firma di Luca Cattapane e la data 1599. La cappella successiva, dedicata al Crocifisso, vede l'intervento di tutti e tre i pittori: a Marcantonio Mainardi spetta la pala d'altare con la Maddalena ai piedi del Crocifisso, mentre i sei affreschi con le Storie della Passione sono da riferirsi alla collaborazione fra i tre, con due riquadri ciascuno.
L'ultima cappella vede come titolari Sant'Antonio abate e San Savino, la cui pala d'altare è stata trafugata e sostituita da una Via Crucis ottocentesca.
La seconda fase decorativa della chiesa prende avvio nel Settecento, quando Giuseppe Natali interviene nella decorazione della sacrestia, datata 1705 e preseguita nel 1756 quando il milanese Felice Biella affrescherà la volta della navata e la cappella della Madonna del Rosario, la prima a destra, dipingendo delle ariose quadrature, esaltate dai colori pastello chiari e luminosi. L'architettura dipinta perde peso e si fa fluida, con i piani che si sovrappongono e quasi si accatastano. Si inseriscono armoniosamente le figure del Biella. Nel coro, probabilmente entro il 1714, il veneto Mattia Bortoloni, allievo di Tiepolo, lascia una Assunta in Gloria, dall'espressione sorridente e dal caratteristico nasino all'insù, animata dalle nuvole rose e dai colori squillanti.

Collocazione

Ospedaletto Lodigiano (LO), Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

Credits

Compilazione: Faraoni, Monja (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).