Caracalla
Dalmaschio Luigi; Pellegrini Giovanni
Descrizione
Autore: Dalmaschio Luigi; Pellegrini Giovanni
Cronologia: ca. 1790
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gesso
Misure: 29 x 39
Notizie storico-critiche: Caracalla (Lione 188 - Carre 217) è il soprannome con cui è noto l'imperatore romano Marco Aurelio Antonino Bassiano. Figlio di Settimio Severo e di Giulia Domna, ereditò dal padre il governo dell'Impero in comune con il fratello Geta, che però fece assassinare per appropriarsi interamente il potere. A quel delitto molti altri ne fece seguire che lo resero tristemente famoso: più di 20.000 persone, tra cui il giurista Papiniano, perirono per suo ordine colpevoli di aver manifestato dolore per ia morte di Geta. Preoccupato di acquistare il favore dei soldati, aumentè loro il soldo, il conseguente inasprimento delle imposte e la svalutazione della moneta determinarono una difflcile situazione economica, cui cercò di porre rimedio con riforme monetarie e, forse non meno, con la concessione della cittadinanza a tutti gli abitanti dell'lmpero (editto di Caracalla, 212). Nel campo militare, ristabilita la falange come più adatta della legione alla guerra contro i Barbari, rafforzò con fortunate spedizioni i confini sul Reno e sul Danubio e nel 216 sconfisse i Parti. Mentre sognava di ripetere in Oriente le imprese di Alessandro, venne ucciso da un soldato per istigazione del prefetto Macrino. Lasciò il suo nome legato a parecchi monumenti, tra cui le splendide terme; al suo tempo risalgono due opere importanti per chi viaggiava lungo le strade dell'lmpero, l'ltinerario di Antonino e l'originale della Tavola peutingeriana. Il busto appartiene ad un gruppo di 12 che risultano collocati dal 1790 su altrettante mensole nella sala del Sole e della Luna in Palazzo Te. In quell'anno infatti iniziano i restauri dell'ambiente con pulitura delle pitture e degli stucchi del soffitto. Si decide in quell'occasione di ornare le pareti che risultavano spoglie con riproduzione in stucco di rilievi antichi e cinquecenteschi. Il preventivo di spese firmato da Paolo Pozzo e Giovanni Bellavite il 9 ottobre 1790 specifica il numero e la forma delle copie in gesso da collocare nella stanza. L'incarico di realizzare le mensole e i relativi busti di personaggi antichi viene affidato agli stuccatori Luigi Dalmaschio e Giovanni Pellegrini che realizzano anche i calchi dei due sarcofagi romani, appartenenti alla collezione statuaria greco-romana di proprietà comunale, conservati oggi in Palazzo Ducale: "Storia di Medea" e "Amazonomachia". Il busto è un calco di un'opera donata da Giuseppe Bottani all'Accademia mantovana nel 1772.
Dei dodici busti uno è andato distrutto durante i lavori di restauro della sala nel 1988.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Silvestri, Maria Cecilia (1996)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2004)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/XA090-00189/
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