Fusione

Il vetro si ottiene per fusione, in un forno ad alta temperatura, della miscela vetrificabile e di rottame di vetro. Tutti i componenti la miscela sono in polvere e le dimensioni dei grani hanno una grande importanza per la riuscita della fusione. Se le polveri sono troppo fini vi sono problemi di spolverio, cioè di dispersione del prodotto nella camera fusoria e nell’ambiente attraverso i fumi, prima che abbia avuto il tempo per reagire. Se, invece, sono troppo grossolane, vi sono problemi di omogeneità della miscela; la silice, la materia prima più altofondente, è la più delicata da questo punto di vista. Grani troppo grossi non riuscirebbero a fondere; grani troppo fini si possono segregare (impaccare) e, non miscelandosi omogeneamente con le altre materie prime, risulterebbero anch’essi infusibili. L’omogeneità della miscela è importantissima e, per favorirla, oltre alla dimensione dei grani delle singole materie prime (granulometria), è fondamentale la buona qualità della miscelazione e l’aggiunta di piccole quantità di acqua che impedisce la separazione tra le fasi. Il vetro è un materiale totalmente reversibile. Esso può essere rifuso e modellato un numero infinito di volte senza perdere o modificare le sue proprietà. Per questo il rottame di vetro è divenuto, per certe produzioni, una delle più importanti materie prime. Nella produzione di bottiglie colorate la maggior parte della miscela vetrificabile è costituita da rottame riciclato cioè da vetro recuperato attraverso la raccolta pubblica (rottame da riciclo o esterno). Tutte le miscele vetrificabili devono contenere un po’ di rottame, in quanto esso accelera la fusione della miscela vetrificabile e consente di risparmiare energia e materie prime. Ogni vetreria conserva e riutilizza nella miscela i propri scarti di lavorazione (rottame interno). *Un po' di storia* Fino alla fine del XVIII secolo, le ceneri vegetali, la silice e pochi altri composti erano praticamente gli unici componenti della miscela. Ma, da quando la scienza ha sviluppato la chimica moderna, anche l’industria vetraria ha fatto rapidi progressi ed i suoi prodotti hanno raggiunto, già verso la fine del XIX secolo, un alto grado di diversificazione e perfezione. Da una parte, lo sviluppo della teoria del calore ha dato alle vetrerie la possibilità di usare combustibili diversi dal legno, d’altra parte, l’industria chimica ha creato nuovi materiali refrattari in grado di resistere a più alte temperature e nuove materie prime più economiche. Fra queste i più importanti sono sicuramente i composti alcalini di sintesi, indispensabili per fondere la silice.