Il giardino di villa Clerici a Niguarda

h3. La visita oggi La "Villa Clerici":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3o010-00001/ si presenta contornata da un ampio e curato giardino all'italiana esteso su entrambi i fronti.

_Aree_: A - cortile d'onore; B - giardino all'italiana; C - giardino con alberi da frutta. _Emergenze monumentali/arboree_: 1 - sequenza di teatri; 2 - fontana delle rane; 3 - fontana Nepomuceno; 4 - tassi; 5 - magnolie; 6 - tuie argentate; 7 - corbezzolo. p. Lo spazio ha conservato in parte le tracce della splendida sistemazione settecentesca, tuttavia l'aspetto attuale del complesso è opera dall'artista Dandolo Bellini che alla metà del Novecento ne ha liberamente interpretato il disegno originale. Il cortile d'onore ed il giardino (B) sono disegnati ad aiuole geometriche, attraversate da vialetti i cui punti di intersezione vengono sottolineati dalla presenza di statue su piedistallo. p. Particolare del giardino all’italiana.L'intero assetto è organizzato secondo una precisa prospettiva centrale; sull'asse centrale sono disposti gli arredi scultorei più importanti che arrivano alla scenografica successione di ben due teatri all'aperto (1), con ampia platea e quinte colonnate. La disposizione degli alberi nel parco (A, B e C) conserva solo in minima parte le essenze del parco originale; molti degli arredi scultorei, quali vasche e statue appartenevano in origine ad altre ville. h3. La storia Il complesso architettonico fu edificato tra il 1722 e il 1733 per volontà di Giorgio Clerici (1648-1736), ricco commerciante di seta, su progetto dell'architetto Francesco Croce, costruttore della guglia principale del Duomo di Milano. Oltre a testimoniare la ricchezza della famiglia, era funzionale al controllo dei fondi agricoli che essa possedeva a Niguarda già nel 1676. La presenza del Seveso e di svariati fontanili rendeva agevole l'irrigazione dei territori circostanti. La disposizione originale dell'area ci è nota grazie alle stampe inserite da Marc'Antonio Del Re nel suo celebre trattato Ville di delizia, edito a Milano nel 1726. La costruzione era isolata nella campagna; da essa si dipartivano lunghi viali, nelle direzioni dei quattro punti cardinali, che delimitavano gli scomparti del giardino. Davanti al fronte principale del palazzo si estendeva uno spazio verde, cinto da un muro, composto da quattro aiuole simmetriche attraversate da un ampio viale centrale, che conduceva all'ingresso della villa. Sul fronte posteriore vialetti e passeggiate verdi coperte delimitavano altre aiuole a parterre.
Area posteriore-fronte sud del teatro maggioreArea posteriore-teatro maggioreArea posteriore-particolare del teatro maggioreArea posteriore-quinte del teatro minore
L'epoca di massimo splendore della villa e del suo giardino si può considerare coincidente con il periodo in cui il complesso era di proprietà di Giorgio Clerici che lo ampliò e lo abbellì. Nella seconda metà dell'Ottocento iniziò per la villa un lungo periodo di decadenza: l'intera proprietà fu acquistata nel 1830 da Giuseppe Melzi, che vi insediò l'allevamento del baco da seta e una filanda. Da questo momento fino all'inizio del Novecento, il complesso venne completamente devastato nel suo impianto interno; il giardino abbandonato. Dopo vari passaggi di proprietà, la tenuta divenne nel 1912 di proprietà di Mario Gancini, che vi insediò la propria azienda di commercio di materiale fotografico, avviando anche un primo, parziale restauro. Dal 1927 la villa è sede della Casa di Redenzione Sociale, fondata dai Padri Paolini. Le sale del piano rialzato dell'edificio sono state destinate al Museo d'Arte Sacra dei Contemporanei, allestito nel 1955 da Dandolo Bellini. h3. Glossario * _cortile_: spazio scoperto, compreso nel suo insieme o in parte tra i corpi di fabbrica di un edificio. * _parterre_: disegno del giardino ad aiuole, con scompartimenti ornati d'erbe e fiori

Testo a cura di Adele Simioli