Il giardino di villa Ferrari, Casnedi, Casati Stampa di Soncino a Cinisello Balsamo

h3. La visita oggi Nonostante gli evidenti rimaneggiamenti, la "Villa Ferrari":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02327/, situata all'estremità settentrionale dell'antico abitato di Balsamo, dialoga con il contesto urbano costituendo un interessante esempio di spazialità barocca.

_Aree_: A - giardino all'italiana; B - giardino a prato. _Emergenze architettoniche_: 1 - fontana. La planimetria generale mostra che l'appezzamento di terreno, circondato dal muro di cinta originale alto quasi tre metri, ha forma a "T" estesa tra piazza Soncino a sud, via Deledda ad est, Parco Marx a nord, via Brancaleone ad ovest. Tre grandi cancelli di ferro (in origine quattro) situati all'estremità nord, sud ed ovest del muro di cinta consentono l'accesso alla villa e segnalano gli assi di percorrenza su cui si struttura il complesso. Sul fronte sud dell'area rimane un piccolo giardino all'italiana (A), impreziosito da una fontana circolare collocata al centro (1). Completamente perso è invece il disegno del giardino principale a nord (B), in origine concepito con impianto alla francese. Perse le aiuole e le decorazioni scultoree, rimangono i due viali prospettici che definivano l'invaso del giardino: il primo tra due portali alle estremità orientale (oggi chiuso) e occidentale; il secondo in direzione sud-nord. I due cannocchiali ortogonali delimitavano in questo modo quattro aiuole rettangolari e simmetriche attraversate ortogonalmente da vialetti. Attualmente i due viali attraversano un' ampio prato delimitato da tre grandi faggi rossi di un metro e mezzo di diametro. Nell'area sorge un seminario dei Padri Paolini con una zona adibita ad orto ed alcune attrezzature sportive costruite a servizio della scuola. Le essenze arboree diffuse nel giardino sono: faggi, carpini, tigli, pioppi, conifere robinie, magnolie, betulle, albicocco, ciliegio, kaki. h3. La storia La villa fu realizzata tra il 1590 e il 1608 per volere di due ricchi mercanti di lana milanesi della famiglia Ferrari, proprietari fondiari a Balsamo. Il complesso comprendeva a nord un prato all'inglese, alberi ed un galoppatoio nella parte più a sud la villa e gli edifici della servitù, le stalle, la cucina e la lavanderia. Ad ovest due file di carpini circondavano parte della villa ed incrociavano gli alberi provenienti da nord (parte delle file di carpini è tuttora esistente). Attualmente, entrando dal cancello principale, posto a nord, si scorge subito la villa mentre in passato a destra e a sinistra dell'ingresso si snodavano due file di carpini, che terminavano a pochi metri di distanza dal palazzo. Entro il mezzo giro che i carpini effettuavano ad ovest, era situato un piccolo giardino all'italiana quadrato con quattro delicate magnolie giapponesi.
Ciò che rimane del giardino a nord.Area a sud del giardino all’italiana: la fontana.Area a sud del giardino all’italiana: la fontana.Area a sud del giardino all’italiana: la fontana.
Al centro del giardino all'italiana zampillava una fontana adorna di ninfee e pesci rossi, la quale fu spostata nel 1956, al centro del giardino principale e dopo qualche mese prelevata dagli eredi Casati Stampa di Soncino. A nord del complesso si estendeva un ampio giardino alla francese, ispirato al modello di Versailles. L'ingresso a nord era quello principale, riservato ai ricevimenti e agli ospiti importanti; quello a sud, su Piazza Soncino, più modesto come dimensioni, era usato per i ricevimenti meno importanti. I cancelli barocchi a nord e ad est erano sormontati da quattro statue rappresentanti le stagioni.
Vista dell’ingresso ovest.Facciata a sud.Facciata a sud.Vista dal portico a sud.
Nel 1641 la proprietà fu venduta a Francesco Maria Casnedi e, nel secolo successivo, a Carlo Francesco Stampa, generale plenipotenziario per Maria Teresa d'Austria. Con i Casnedi la villa diventò fulcro della gestione agricola degli ampi possedimenti fondiari della famiglia estesi nel territorio di Cinisello: intorno al giardino si estendevano ampi spazi, coltivati soprattutto a vigne. Fino agli anni Quaranta del Novecento la villa costituì la residenza di Camillo Casati, erede degli Stampa di Soncino. In seguito il complesso, grazie ad una donazione disposta dal marchese, divenne di proprietà dei Padri Paolini che ne avviarono il restauro e fecero costruire in un'area del giardino un moderno edificio scolastico in cui trasferirono il seminario.

Testo a cura di Adele Simioli