Villa Mellerio Somaglia a Lesmo

Lesmo, Villa Mellerio Somaglia La stessa tensione classicista e l’interesse per lo studio dell’antico presenti nella settecentesca "villa Sottocasa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09309/ si rintracciano nell’unica scultura rimasta nella neoclassica "villa Mellerio Somaglia":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03796/ detta "il Gernetto" a Lesmo, sede, nel corso dell’Ottocento, anche di una ricca collezione di dipinti: da quelli dei vedutisti del primo Ottocento milanese, quali Giovanni Migliara e Giuseppe Bisi, a preziose opere su tavola, riferite a Luca Signorelli e Bonifacio Veronese. Il conte Giacomo Mellerio, singolare figura di aggiornato committente e benefattore, amico di Antonio Rosmini, per ricordare i congiunti, richiese ad Antonio Canova le steli commemorative dello zio Giambattista, della moglie Elisabetta Castelbarco (1810), e quella dell’ultima figlia a Giuseppe de Fabris (1790-1860), suo protetto e vivo ammiratore del maestro di Possagno, cui fu personalmente raccomandato una volta trasferitosi a Roma, ove svolse una brillante carriera. Trasferite in palazzo Mirto a Palermo, sede della Regione Sicilia, a seguito delle dispersioni novecentesche, le opere canoviane e quella dispersa del de Fabris, rimangono al Gernetto il gruppo in marmo del _Commiato di Ettore dalla moglie Andromaca_, parimenti opera dello scultore di Nove, e il _Cenotafio_ del poeta Carlo Maria Maggi, eretto nel 1845 nel parco, ultime testimonianze delle raccolte del conte Mellerio.