La scultura di Vincenzo Vela

Arcore, Villa Borromeo d'Adda, Particolare del fronte principale della Villa (Fototeca ISAL, fotografia di R. Bresil) La scultura funeraria costituisce una delle ancora poco note, ma altamente rilevanti, testimonianze della cultura figurativa ottocentesca. Esemplari significativi si conservano nelle ville della Brianza. Tra questi assumono particolare rilievo i gruppi scultorei eseguiti, nel cuore del secolo, da uno dei più importanti protagonisti nel panorama italiano del tempo, Vincenzo Vela (1820-1891). L’intervento nella "cappella":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00392/ della villa Borromeo d’Adda di Arcore (1850-1853), progettata in forme neoquattrocentesche da Giuseppe Balzaretto, è la prima commissione significativa affidata al giovane scultore di ritorno a Milano, dopo la partecipazione alla prima guerra d’indipendenza. Il _Monumento a Maria Isimbardi d’Adda_, rappresentata nel letto a baldacchino nel momento dell’ultimo respiro, e l' _Addolorata_ sono un esempio significativo di quella combinazione di allegoria simbolica, realismo e modernità, di lettura dei modelli del passato, che costituiscono l’essenza della produzione di Vela. Nell’impresa lo affiancò il meno noto fratello Lorenzo (1812-1897), attivo nei fregi di gusto neorinascimentale sui pilastri e nel bassorilievo dell’altare con _Il riposo durante la fuga in Egitto_. Il positivo rapporto con i d’Adda, proseguito con la richiesta di altre opere, non costituisce un caso isolato. Nella prima fase di attività milanese, fondamentale fu la committenza della potente famiglia patrizia dei Litta. Fu Antonio a finanziare l’esecuzione in marmo del celebre _Spartaco_, concepito a Roma nel 1847 ed esposto a Brera nel 1851, ricco di riferimenti ai fervori risorgimentali. Fu invece il conte Giulio a commissionargli una statua a soggetto libero, la altrettanto nota _Preghiera del Mattino_ (Milano, Ospedale Maggiore), della quale si conserva una replica nella "villa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09247/ di Vedano, ricostruita a metà Ottocento su progetto dell’architetto Luigi Chierichetti secondo curiose linee che rimandano allo stile neogotico inglese e decorazioni di gusto romantico di Luigi Scrosati. Arcore, Villa Borromeo d'Adda, Veduta generale del complesso della Villa (Fototeca ISAL, fotografia di R. Bresil) Sebbene non faccia parte di un complesso residenziale, ma comunque sia connessa alla presenza di una "villa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-07624/ della famiglia Belgioioso Giulini della Porta nel territorio di Velate, è da ricordare la commissione per la cappella di famiglia, progettata in forme neoclassiche da Giacomo Moraglia, nel cimitero del paese. Su richiesta della contessa Maria Beatrice di Barbiano Belgioioso d'Este, Vela eseguì tre lavori che mostrano l’indirizzo più libero, caratteristico degli ultimi decenni di attività dello scultore, ritornato alla natia Ligornetto dopo gli oltre dieci anni di intensa attività torinese che ne determinarono la fama internazionale. L' _Ecce homo_ (1867) fu opera fortemente discussa per la viva umanizzazione del Cristo, ma destinata al successo: una copia venne fusa in bronzo per la tomba della famiglia Camozzi (cimitero di Como); un'altra replica si trova sul monumento funebre dello stesso Vela a Ligornetto. Successiva la _Resurrezione_, collocata a ridosso della parete sinistra della cappella; per ultima, 1874, fu commissionata la _Preghiera dei morti_ (parete destra), che raffigura una nobile figura femminile avvolta nei panneggi e appoggiata ad un sarcofago, non immemore del classicismo di Berthel Thordvalsen. Nell’ambito delle opere del maestro ticinese presenti nel territorio della Brianza è da ricordare, infine, la presenza di alcuni esemplari in bronzo presso il Centro Culturale di Renate, dedicato allo scultore Alfredo Sassi (1869-1952) di cui ospita la gipsoteca.