Il sistema aggregato del nucleo storico

A Vimercate, la via Cavour, antico decumano, costituisce tutt’oggi l’asse di riferimento della porzione più unitaria del nucleo storico della cittadina, offrendo molteplici occasioni di godimento per la bellezza dello spazio pubblico, definito in mirabile sequenza da cortine edilizie volta a volta semplici e complesse, derivate dall’affiancamento al tessuto edificato minore di case e palazzi della nobiltà e della ricca proprietà terriera dei secoli passati. I pur presenti fabbricati costruiti nella seconda metà del Novecento all’interno dell’antico borgo non ne compromettono l’integrità e la complessiva percezione. Il percorso che si diparte dalla centrale piazza Roma e allunga sulla via Cavour, già decumano che attraversava da ovest ad est la romana _Vicus Mercati_, porta al torrente Molgora e a quel mirabile "ponte di San Rocco":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-00097/, _unicum_ in Lombardia e consolidato emblema della cittadina. Il ponte del III secolo d.C., lungo la via diretta al fiume Adda e al guado di Trezzo, è divenuto attraversamento fortificato e porta di accesso al borgo medioevale, quella Porta di Moirano innalzata tra la metà del XII e il XIV secolo. Qui, in prossimità delle antiche mura smantellate e lungo le ristrette vie che si dipartono verso nord, il Terraggio della Pace, e verso sud, il Terraggio della Molgora, si è costituito in età medioevale un isolato delimitato da basse cortine edilizie a due piani e aperto all’interno su cortili e giardinetti. Poco oltre, verso sud, il vasto parco di "villa Sottocasa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09309/ dove in epoca medioevale la campagna coltivata giungeva a ridosso delle mura. *Le strutture monumentali di via Cavour* Poco oltre la platea di piazza Roma è organizzato il "blocco a corte":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3o290-00024/ corrispondente al civico 5 di via Cavour, un edificio aggregato ad altri fabbricati in un sistema di corti interne, attestato sul lato a nord dell’asse stradale con una bassa cortina a due piani. Se il prospetto principale conserva una misurata valenza architettonica nell’alternato disporsi al piede di aperture di vetrine commerciali –ad arco ribassato– e di finestre di abitazioni al primo piano, è nella corte interna, cui si accede per il tramite di un androne carraio, che si trovano quegli elementi compositivi maggiormente degni di nota. Si tratta di un portico a tre arcate a tutto sesto in muratura di laterizio, sorrette al centro da due colonne di pietra a fusto liscio e, a lato, da due semicolonne in laterizio. Vimercate, Palazzo per abitazioni di via Cavour 5 (Fototeca ISAL, fotografia di D. Garnerone) Appena discosto dal complesso di via Cavour 5, ai numeri civici 72 e 74 è collocato un ulteriore "sito a corte":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09315/ collegato alla storia dei palazzi e delle ville vimercatesi. Di epoca medioevale, questo complesso fu rilevato nel 1721, e fu disegnato e censito al tempo della grandiosa indagine sullo stato del territorio del Ducato di Milano, promossa sotto il dominio austriaco dall’imperatore Carlo VI ed entrata a regime più tardi col Catasto Teresiano. La struttura architettonica mantiene tutt’oggi non pochi elementi che rimandano all’edificio quattrocentesco. Netto è l’aggetto in facciata, lungo via Cavour, della canna fumaria di un camino –smantellato– che riscaldava una stanza di abitazione. In corrispondenza della canna si apre al piede una bocca di lupo che convoglia luce ed aria al piano interrato, cantina voltata a botte in muratura di mattoni. Vi sono poi finestre ad arco acuto e a tutto tondo incorniciate da riquadrature ad intonaco, talune con davanzali ornati da mensoline in laterizio, di fattura troppo recente per sostenerne la storicità. Appartiene certo all’architettura cosiddetta minore di cui vi sono esempi altrettanto evidenti in numerosi nuclei storici lombardi (e non solo, ovviamente), dai capoluoghi –Milano e Como– alla provincia, tra i quali Desio, Brugherio, Cesano Maderno, Giussano e Venegono per citarne alcuni. Vimercate, Corte medievale (Fototeca ISAL, fotografia di D. Garnerone) Del resto, accanto alla tessitura delle murature perimetrali affacciate alla via Cavour composta col ricorso frammisto di pietra e laterizio, vi si trovano anche testimonianze architettoniche che fanno risalire l’edificio al periodo romanico, come appare dalle finestre a tutto sesto in parte tamponate. Varcato l’androne, si accede al cortile maggiore, definito da edifici a destinazione abitativa e di servizio alla residenza in un sistema aggregato. Sono notevoli un primo edificio aperto da un portico e da un loggiato, tripartito da massicci pilastri, e un edificio rustico a portichetto passante, ristrutturato con qualche eccessiva concessione all’esaltazione delle forme e alla sottolineatura dei contenuti. *Palazzo Mandelli* Vimercate, Palazzo Mandelli (Fototeca ISAL, fotografia di D. Garnerone) Via Cavour, asse di attraversamento storico di Vimercate, presenta l’imponente mole di "palazzo Mandelli":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09314/, dalla facciata di neoclassica architettura con mascheroni di pietra soprastanti le finestre e partizioni a lesene d’ordine ionico. Il palazzo ha impianto ad U derivata dalla giustapposizione all’edificio principale, a cortina su strada, di due fabbricati minori allungati all’opposto, verso il cortile d’onore ed il parco piantumato. Fu edificato tra il 1795 e il 1798 dalla famiglia Mandelli, figura di spicco della facoltosa borghesia vimercatese. Gli ultimi due componenti della famiglia, rimasti senza eredi, nel 1881 la lasciarono alla Curia milanese, cui fu demandato l’impegno di celebrare messe in suffragio dei defunti della famiglia. Il palazzo dapprima occupato in affitto, andò incontro ad incuria sino al completo abbandono, quando alla metà del Novecento fu posto in vendita. Al decennale degrado è stato posto fine col recente intervento di ristrutturazione che ha restituito dignità architettonica all’antica dimora, pur nella evidente alterazione degli ambienti interni, frazionati in distinte abitazioni. La facciata si eleva su una zoccolatura in pietra ed è scandita in due ordini, separati da una mistilinea cornice marcapiano, con il piano terreno a finto bugnato e una regolare sequenza di finestre sormontate da mascheroni di pietra. I livelli superiori mantengono la serie di aperture, con differenti cornici, sormontate da un fregio a motivi vegetali e da riquadrature in lieve aggetto su mensole zoomorfe raffiguranti arieti. In asse è il portone di ingresso, con chiave di volta scolpita, sormontato da un ampio balcone con balaustra in pietra e ferro, fiancheggiato da quattro lesene ioniche centrali sormontate da un fregio mistilineo.