Le ville al margine del nucleo storico

Al margine settentrionale del nucleo più antico di Vimercate il tessuto edilizio sedimentato nel corso dei secoli si presenta ancora compatto, contraddistinto da alcuni edifici di sicuro rilievo architettonico. Attraverso un percorso condotto agevolmente a piedi che diparte dalla centrale piazza Roma, segue verso nord la via Mazzini e piega ben presto a destra, lungo un breve tratto di via Garibaldi, si giunge al sito della neoclassica villa Casanova e, sul lato opposto della via, della –di poco– più antica villa Visconti, Gargantini, Piatti. Il luogo presenta –pur nella grevità della villa Visconti, Gargantini, Piatti ridotta a cantiere edile– una forte identità spaziale, costruita attorno al rapporto tra i due complessi, uniti nella contrapposizione dei rispettivi prospetti in un organico spazio urbanistico, quasi una piazzetta che, per il ridotto calibro stradale e l’unitario stile architettonico delle fronti, diventa monumentale. *Villa Casanova* Vimercate, Villa Casanova (Fototeca ISAL, fotografia di D. Garnerone) Sul luogo del monastero di San Lorenzo prese forma alla metà dell’Ottocento una dimora signorile, giunta sino a noi con l’immagine di una rimarchevole architettura neoclassica. E’ "villa Casanova":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09311/, edificata lungo il bordo dell’antica contrada di San Lorenzo, oggi via Garibaldi, e risultato della trasformazione di una porzione dell’originario complesso conventuale del XVI secolo, qui localizzato. Le opere di adattamento furono avviate alla metà del XIX secolo, quando il soppresso monastero versava ormai in precarie condizioni. Lungo l’asse stradale l’edificio è sviluppato longitudinalmente, con una pianta pressoché rettangolare cui si aggiungono i risvolti opposti di due testate, l’una rivolta allo spazio pubblico, l’altra estesa all’interno del lotto di proprietà, verso il parco. Preceduta da un esiguo giardinetto alberato delimitato da una recinzione metallica –innalzata nella seconda metà del Novecento al posto di quella originaria in muratura cementizia– su un alto basamento, la villa cela alla vista una parte del prospetto principale, ripartito lungo una linea discontinua, lasciando libera la visione del primo piano concluso centralmente da un ampio timpano con lunetta. Ampio ma equilibrato il ricorso agli elementi decorativi sul prospetto principale, in una complessiva armonia di composizione ottenuta anche con il delicato cromatismo della tinteggiatura, tra le più ampie superfici e le campiture a fasce orizzontali, le lunette, le cornici e le mensole alle finestre alternativamente dipinte nei colori avorio e sabbia. Notevole lungo il prospetto su strada è il risvolto della testata ad est, sulla cui superficie è dipinta una _Deposizione dalla croce_, affresco –in verità oggi alquanto stinto– inserito in una cornice architettonica ad arco a tutto sesto, con tondi e riquadrature a graffito. *Villa Visconti Gargantini Piatti* II "complesso":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09319/ ha impianto ad U con fabbricati che originano una corte, delimitata verso strada dalla cancellata aperta al centro di una esedra con pilastri circolari di pietra. L’originaria dimora di campagna è organizzata centralmente sul corpo principale, eretto su due piani fuori terra e con una sopraelevazione centrale, cui sono attestate due ali laterali di servizio, delle quali quella orientale ospitò in passato una cappella, con accesso diretto dalla strada. La villa fu progettata a partire dal 1804 da Leopoldo Pollack su incarico del "Mons. Prevosto Visconti di Vimercate". Del progetto si conosce il più antico disegno, datato al giugno 1804, oggetto dei recenti studi di Giovanni Battista Sannazzaro in un convegno promosso a Milano dall'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda. Pollack attese dunque al progetto della dimora negli ultimi anni di vita, impegnato nelle commesse di una colta e facoltosa committenza. L’edificio fu dimora dei nobili sino ai primi anni del Novecento, per divenire poi sede della Cooperativa Cattolica Santo Stefano. In seguito, tra il 1922 ed il 1945, fu interessato da modifiche e adattamenti divenendo Casa del fascio e, più tardi, mutate le condizioni politiche, Casa del popolo. Ulteriori lavori interessarono l’edificio con l'acquisizione del Demanio, con gli uffici del registro e delle imposte dirette allestiti fino agli anni Novanta. Le trasformazioni susseguitesi nel tempo non impediscono la lettura dell’originaria architettura, probabilmente giunta al semplificato decoro pienamente ottocentesco grazie al contributo di Giuseppe Pollack, anch’esso architetto, di cui è conosciuto l’avvio a conclusione di alcuni progetti del padre. Dopo un lungo periodo di decadenza, l’antica dimora è oggi interessata da un intervento di ristrutturazione che porterà al recupero della funzione residenziale col frazionamento in distinte unità abitative. *Villa Carcassola detta “il Lazzaretto”* Vimercate, Villa Carcassola, detta “il Lazzaretto” (Fototeca ISAL, fotografia di E. Vicini) La "villa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-09327/, con l’annesso parco, fu edificata nella seconda metà del XVIII secolo come dimora di villeggiatura dei marchesi Carcassola, legati da parentela con i feudatari locali, la cui presenza a Vimercate è documentata dalla metà del XVI secolo. Il luogo fu individuato lungo la strada che collegava il centro dell'abitato con la Canonica e la chiesa di Santa Marta. Abbandonata dai marchesi Carcassola, la villa andò incontro al decadimento, mantenendo la funzione agricola dei fabbricati rustici, modificati e adattati anche negli ambienti interni. Nel 1855 in seguito all’epidemia di colera che colpì duramente Vimercate vi trovarono ricovero i malati di colera, contrassegnando la villa nel tempo più recente anche con il nome di Lazzaretto. Nell’addensato tessuto edificato circostante, l'antico palazzo mantiene l’impianto generale impostato sull’asse prospettico concluso dalla barocca cancellata d'ingresso su via Mazzini. Recentemente restaurato, presenta una facciata curvilinea impostata sull’asse di simmetria, con alzato su diversi piani corrispondenti ai corpi principali e fabbricati di servizio di inferiore altezza a delimitare la corte padronale. Concorrono alla definizione architettonica barocca gli elementi decorativi della facciata principale, con partiture orizzontali a cornici in leggero aggetto, coronamenti alle finestre e, centralmente, un balconcino con ringhiera di ferro battuto sorretto da mensole mistilinee.