219. La Campagna

Sottotitolo Pubblicazione mensile della cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Como. Organo ufficiale dei Comizi agrari di Como, Lecco, Varese poi Bollettino mensile della cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Como. Organo ufficiale dei Comizi agrari di Como, Lecco, Varese e del Comizio agrario cooperativo di Lecco e della Società orticola varesina poi Rivista quindicinale di agricoltura e giardinaggio. Bollettino della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Como, dei Comizi agrari di Como, Lecco, Varese e della Società orticola della provincia di Como e del Consorzio agrario cooperativo di Lecco poi Bollettino della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Como, dei Comizi agrari di Como, Lecco, Varese, della Società Pro-Montibus e della Società orticola della provincia di Como poi Rivista quindicinale di agricoltura, zootecnica e giardinaggio. Bollettino dell'Ufficio agrario e della Cattedra ambulante della provincia di Como e dei Comizi agrari di Como, Lecco, Varese e della Società Pro-Montibus poi Bollettino della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Como, della commissione provinciale zootecnica, della commissione granaria provinciale, del Consorzio Maggiolini e della Latteria sociale di Ello poiBollettino della cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Como, della commissione provinciale zootecnica, della commissione granaria provinciale e del Consorzio Maggiolini poi Bollettino dell'Ispettorato dell'agricoltura per la provincia di Como, della Commissione provinciale zootecnica e della Commissione granaria provinciale poi Giornale di agricoltura della provincia di Como poi Giornale settimanale di agricoltura della provincia di Como poi Notiziario quindicinale dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura poi Mensile di propaganda e tecnica agricola.
Luogo Como.
Durata Gennaio/febbraio 1901 (a. I, n. 1-2) - 6 febbraio 1944 (a. XLII, n. 28) Nel 1917 sospende le pubblicazioni per riprenderle presumibilmente nel 1919. Dal 5 marzo 1944 al dicembre 1945 sospende temporaneamente le pubblicazioni: al suo posto una pubblicazione dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura di Como fa pervenire ai lettori le circolari a stampa con le disposizioni, i decreti, le norme colturali più urgenti ed importanti, continuando comunque a mantenere l'usuale formato della «Campagna» "per facilitare la raccolta delle note e le informazioni agrarie dell'annata" («La Campagna», 6 febbraio 1944). Dal gennaio 1957 (a. LVI, n. 1) continua le pubblicazioni con il titolo «La Nuova campagna» sino al dicembre 1960 (a. LVIII, n. 12).
Periodicità Mensile poi quindicinale poi settimanale poi quindicinale poi mensile.
Direttore Cesare Forti poi Camillo Fornaci poi Luigi Formigoni poi Filiberto Speziali poi Virgilio Pinardi.
Gerente Angelo Uslenghi.
Stampatore Como, Tip. Ostinelli di Bertolini Nani e C. poi Lit.Tip. Commerciale Frigerio e Noseda.
Pagine Da 4 a 48.
Formato Da 25x17 cm a 36x25 cm.

Pubblicazione ufficiale della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Como, «La Campagna» nasce col compito di coadiuvarne l’opera a favore della diffusione del progresso tecnico dell’agricoltura, obbiettivo perseguito principalmente per mezzo di pubbliche conferenze: “Da questo risulta evidente l’utilità di un giornale scritto in istile facile e piano che possa essere compreso anche da quegli agricoltori che non hanno potuto procurarsi un grado di istruzione molto elevato, il quale li aiuti a capire più chiaramente le cose che ebbero a udire a voce” (Agli agricoltori della provincia, gennaio-febbraio 1901). Pertanto, oltre a riassumere gli argomenti più importanti delle conferenze, il periodico “descriverà succintamente le esperienze seguite dalla Cattedra o anche da privati agricoltori della provincia, e riassumerà anche quelle fatte altrove che possono avere interesse anche per l’agricoltura locale. Per tutte le coltivazioni poi il periodico sarà un fedele svegliarino, pronto a ricordare agli agricoltori come e quando debbano essere fatti i necessari lavori. Il giornale sarà principalmente locale e darà in riassunto il rendiconto dell’attività non solo della Cattedra, ma anche dei 3 prelodati Comizi, come di tutte le istituzioni agricole della provincia, ma non trascurerà di far conoscere tutto quanto si farà altrove e per le coltivazioni, e per le macchine, i congressi, i concorsi, ecc.” (La Cattedra ambulante, gennaio-febbraio 1901).

Rivista eminentemente tecnica, che dedica la quasi interezza delle sue pagine ai risultati pratici “delle concimazioni, dei buoni effetti delle monte taurine, delle nuove qualità di sementi, delle varietà delle viti, dell’allevamento dei bachi, insomma a tutto ciò che può interessare chi ama l’agricoltura e chi ne trae il principale reddito” (novembre 1902), non si esime tuttavia dal prendere sporadicamente posizione nei confronti “dei gravi problemi economici, più che tecnici, che ostacolano il progresso dell’agricoltura nella nostra regione prealpina” (C. Forti, L’agricoltura nei paesi industriali, gennaio 1911), trattando quindi le problematiche inerenti il sistema fiscale vigente, le difficoltà del credito, le tariffe dei trasporti, la mancanza o la difficoltà delle comunicazioni, la scarsità della manodopera, il peggioramento dei patti colonici, oltreché tutte quelle cause imputabili “all’incoscienza delle classi dirigenti”. Pur specificando che “non è indole di un periodico come il nostro discutere teorie che possono essere buone o cattive, ma che sono precipuamente politiche... poco importando alla terra di chi la coltivi, sia di un partito o di un altro”, riguardo alla questione del protezionismo granario si scaglia duramente contro la proposta di abolizione completa del dazio d’entrata sul frumento avanzata a inizio secolo da socialisti e radicali, che, se accettata, avrebbe prodotto effetti unicamente negativi, quali: “L’impossibilità o quasi di coltivare il grano in molte regioni d’Italia, e ciò perché da noi la produzione costa di più che altrove sia per la man d’opera che per le tasse e il valore dei terreni”. E si aggiunge: “La prima conseguenza dovrebbe essere un aumento dell’emigrazione umana dalle campagne... e una maggior emigrazione di oro dalle tasche degli italiani per pagare il grano estero, e quindi un peggioramento delle condizioni generali del cambio, che porterà poi a un rincaro di tutti i generi, quindi anche del grano, cioè del pane” (Cesare Forti, La guerra all’agricoltura, gennaio-febbraio 1901; e ancora, sulla medesima questione: C. Forti, Il prezzo del pane, marzo 1901; Il dazio sul grano, novembre 1913).

A partire dal 1904, il periodico si arricchisce di una nuova rubrica, “La nostra provincia”, “una rivista per sommi capi di alcune località della nostra bella provincia studiate sotto il punto di vista agrario”, inaugurata con lo studio I dintorni di Angera (maggio 1904).

Oltre a Cesare Forti, che firma per tutto il lungo periodo in cui rimane alla direzione della rivista la maggior parte degli interventi di natura economico-sociale, numerosi sono anche gli articoli di Carlo Mozzoni, tesi in particolare all’analisi dei patti colonici locali: mentre la colonia, il contratto più diffuso nel Comense e nell’alto Milanese, per il peggioramento delle condizioni di vita coloniche che la sua adozione ha comportato, viene negativamente identificato come una degenerazione della mezzadria (C. Mozzoni, Gli scioperi e il patto colonico, agosto 1901), questa invece, sotto condizione di colture razionali intensive, dirette dal proprietario, viene definita il contratto agrario più moderno (Id., Sulla attitudine dei nostri lavoratori dei campi a seguire il progresso agrario, aprile 1901), l’unico che “affratellando capitale e manodopera, li mette in condizione che uno non possa fare senza l’altro, un patto che faccia sentire gli stessi rischi tanto al padrone quanto all’operaio... consacrando non solo il diritto, ma l’obbligo dei proprietari di dirigere e sorvegliare i lavori” (Id., I patti colonici, ottobre 1901). A riprova della validità di queste tesi nel lungo scritto Tre anni di mezzadria (marzo 1904 e seguenti) riferisce i risultati di un esperimento di mezzadria da lui avviato nella sua proprietà di Bobbiate, nel Varesotto.

La mancanza di un sufficiente tornaconto economico nell’esercizio dell’agricoltura viene considerata la principale causa della crisi delle braccia nelle campagna, con conseguenze negative non solo per lo sviluppo dell’agricoltura, ma anche per la stessa industria: “Le derrate, venendo da lontano, diventano sempre più care; affitto e vitto, rincarando, provocano le maggiori pretese della manodopera. E allora le industrie, che già oggi hanno da fare con tante leggi sociali restrittive, non potranno più avere le maestranze ai prezzi favorevoli di un tempo... E allora: aumento intensivo della produzione a scopo industriale, come foraggio e bestiame, e costituzione di cooperative fra piccoli possidenti o affittuari, sono le basi per la trasformazione agraria che si dovrebbe raggiungere fra noi” (C. Forti, Il problema della manodopera in campagna, ottobre 1908). Numerosi sono infatti gli appelli pubblicati a favore della cooperazione rurale “perché il contadino comasco capisca che per avere i migliori risultati economici è necessario che si unisca con altri suoi compagni di lavoro per avere facilitazioni e garanzie nell’acquisto dei materiali, per ottenere maggiori prezzi dai prodotti ricavati dai suoi campi, e per rendere più facile anche l’applicazione di quei mezzi che portano ai miglioramenti agrari” (Cooperazione rurale, maggio 1909).

Oltre alle numerose relazioni della Commissione pellagrologica provinciale di Como ai fini “di organizzare una più razionale alimentazione del contadino” (settembre 1905), pubblica anche i resoconti degli andamenti di alcuni congressi: Congresso forestale di Varese (ottobre 1901), Congresso agrario di Udine (ottobre 1903 e seguenti), Congresso agrario di Brescia (ottobre 1904), Congresso degli agricoltori italiani in Como (settembre 1909 e seguenti).

I nomi dei principali collaboratori in questo primo periodo di vita della testata sono: Giovanni Casnati, Antonio Assi, Aurelio Zerbon, Antonio Bizzozzero e Mario Modonesi.

Nel 1911 il periodico promette un “maggior sviluppo degli argomenti e delle notizie locali, interessanti la cooperazione e la mutualità rurale, e all’andamento dei mercati per le principali derrate agricole” (Abbonamenti per il 1911, gennaio 1911).

Durante la guerra viene adottata una posizione di aperta critica nei confronti del decreto legge del 31 gennaio 1915 che abolisce i dazi doganali sui cereali e le farine, emanato dal governo sotto la pressione delle agitazioni popolari contro il caroviveri e la scarsezza di pane: “Si provveda invece ad aumentare le derrate alimentari in genere, e non solo il frumento, e non si creino illusioni sulla abolizione del dazio, che sarà forse sfruttata da abili speculatori per introdurre grandi partite di grano in franchigia e rivenderle con gran profitto quando si tornerà ad applicare il dazio” (C. Forti, La crisi agraria e la nostra agricoltura, 15 febbraio 1915). Limitatamente poi alla situazione locale, si denunciano le cause della poco soddisfacente raccolta di frumento nella provincia comense, individuandole sia nell’eccessivo frazionamento delle proprietà che nella scarsità della manodopera maschile. Soprattutto “la famiglia colonica che ha poca terra non può dedicarvisi interamente, dovendo ricavare dalle mercedi operaie il necessario per vivere e dare delle economie, e considerata la masseria come mezzo per avere l’alimentazione a buon mercato e dare occupazione ai meno validi, a ricavarne in parte gli alimenti più usuali” (La passata campagna granaria, 31 ottobre 1915).

Nel dicembre 1916, dopo la censura di alcuni articoli firmati dal direttore, il periodico annuncia ai lettori la sospensione delle pubblicazioni “fino al ritorno auspicato della pace, e ciò non tanto per l’aggravio di spese, che non sarebbero dopo tutto insopportabili per le nostre istituzioni agrarie, quanto per la materiale impossibilità in cui si trova il direttore di continuare, quasi esclusivamente da solo, a provvedere alla compilazione dei fascicoli” (Ai lettori, 15 dicembre 1916).

Dal 1933 al 1937 ritroviamo una rivista eminentemente tecnica, che limita la trattazione di tematiche generali a rari articoli nei quali riprende i fondamenti ideologici che stanno alla base della campagna di ruralizzazione lanciata da Mussolini alla fine degli anni venti, come nell’articolo del nuovo direttore della testata Camillo Fornaci, Necessità di ritorno alla terra (15 agosto 1934). Carattere di praticità che viene ulteriormente accentuato nel 1938 con la direzione di Luigi Formigoni, il quale presenta la rivista come il “consigliere tecnico di ogni agricoltore comasco”, nella quale “il rurale troverà quei consigli e insegnamenti che sono ad esso necessari per la pratica applicazione norme colturali, dei metodi nuovi di lavorazione dei terreni, del governo e alimentazione del bestiame, per i più grandi problemi di sistemazione e bonifica dei terreni e in genere per tutto quanto è legato alla volgarizzazione della moderna scienza dei campi” (15 gennaio 1939). Oltre a riportare i discorsi di politica agraria tenuti dal duce in varie occasioni e alcuni scritti sulle forme di previdenza attuate dal regime a favore degli agricoltori (Aiuti del governo agli agricoltori, e G. Vaccheri, La polizza del rurale, entrambi del 31 maggio 1938; Mario Casalini, La polizza del rurale, 15 giugno 1938), pubblica annualmente le norme per partecipare ai concorsi nazionali del grano e dell’azienda granaria indetti dal governo. Dall’ingresso dell’Italia in guerra si moltiplicano gli appelli alla “classe rurale produttrice”, per attuare la valorizzazione della terra e della potenzialità delle produzioni “attraverso l’applicazione di quelle norme colturali che sono dettate dalla scienza e imposte dalle circostanze” (Reagire e produrre, 15 settembre 1941).

Nel 1942 vengono annunciati notevoli cambiamenti: La «Campagna» entra nel suo 39° anno di vita con un programma nuovo, diremo quasi ardito. Da quindicinale diventerà settimanale... innovazione resasi necessaria per far giungere, il più tempestivamente possibile ai nostri lettori tutte quelle notizie, decreti, norme, consigli tecnici che interessano in questo momento l’agricoltura... È nostro intendimento trattare mensilmente con carattere di continuità le principali coltivazioni pubblicando anche note mensili per la frutticoltura, la viticoltura, l’orticoltura, e per la cura delle malattie delle piante. Anche l’allevamento del bestiame grosso e minuto e degli animali da cortile avrà le sue note, e così pure la cura delle relative malattie. Infine intendiamo illustrare anche le migliori aziende agricole della nostra provincia per suscitare l’emulazione degli agricoltori che hanno la fortuna di avere molti mezzi finanziari che potrebbero essere immessi nella terra, la più sicura di tutte le banche. Anche le leggi, i decreti, le ordinanze, che in tempo di guerra sono numerose e che devono essere portate a conoscenza degli interessati, troveranno pubblicazione settimanale” (Ai lettori, 25 gennaio 1942). Di questo periodo si segnala l’articolo di Ettore Frattari, presidente della Federazione degli agricoltori, in cui si illustra “con magistrale chiarezza come la politica dei prezzi voluta dal Duce sia alla base della stabilità monetaria (Il prezzo del grano, 28 giugno 1942). Sempre nel 1942 viene pubblicato il testo del decreto prefettizio che stabilisce l’obbligatorietà dell’allevamento del baco da seta nella provincia di Como “proprio in un momento nel quale la seta da genere di lusso è diventata strumento bellico di primaria importanza”, assieme ad alcune considerazioni per i lettori: “Non è più possibile tollerare che le piante da gelso tolgano cura, luce e nutrimento alle colture erbacee, senza che la loro preziosa produzione venga utilizzata ai fini per i quali erano state piantate... Abbandonare l’allevamento del baco è un errore nell’economia agricola comasca, essendo, esso, quasi spontaneo nella nostra provincia” (L’allevamento del baco da seta reso obbligatorio nella provincia di Como, 29 novembre 1942). Provvedimento, questo, che non deve aver sortito risultati degni di nota, se ancora nell’anno successivo si assiste alla pubblicazione di scritti tesi ad indagare i motivi del decadimento dell’industria bacologica locale, quali: L. Formigoni, La causa del decadimento della bachicoltura in provincia di Como, 7 febbraio 1943; La crisi della bachicoltura#, 2 gennaio 1944 e seguenti).

Nel numero del 6 febbraio 1944 una nota della direzione comunica la temporanea sospensione delle pubblicazioni “in seguito alle recenti disposizioni restrittive riguardanti la pubblicazione dei periodici”.

La conoscenza delle disposizioni, dei decreti, delle norme colturali più urgenti e importanti viene comunque assicurata ai lettori e agli abbonati dalla pubblicazione bimensile, da parte dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura, di circolari a stampa che mantengono il medesimo formato del giornale, in modo da facilitare la raccolta delle informazioni agrarie dell’annata. Sia l’impostazione grafica che il contenuto delle rubriche rimangono però le medesime della «Campagna», per cui non si può parlare di una effettiva interruzione delle pubblicazioni della stessa; anche la redazione del foglio, prima affidata al capo dell’Ispettorato F. Speziali, ritorna ben presto nelle mani di Formigoni.

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1901-1911. CO002