221. Il Camuno

Sottotitolo Giornale per gli interessi morali ed economici della Valle Camonica. Ufficiale per gli atti del Comizio agrario di Breno poi Giornale per gli interessi morali ed economici della Valle Camonica poi Giornale settimanale per gli interessi economici e morali della Valle Camonica. Ufficiale per gli atti del Comizio agrario di Breno.
Luogo Breno.
Durata 31 luglio 1881 (a. I, n. 1) - 30/31 dicembre 1883 (a. III, n. 32).
Periodicità Settimanale.
Gerente Marc'Antonio Cattaneo.
Stampatore Breno, Tip. C. Venturini.
Pagine 4.
Formato 39x28 cm.

Sorto sulle ceneri della «Valle Camonica», testata che ha cessato le pubblicazioni dopo un anno di vita, lasciando la vallata “priva di un proprio che potesse provvedere efficacemente al patrocinio delle proprie idee e alla cura dei propri bisogni” (Ai nostri lettori, 31 luglio 1881), «Il Camuno» viene fondato col proposito di “raccogliere le più importanti notizie della Valle, sostenerne i diritti con coscienza e calore e raccomandarne i prodotti del suolo e delle industrie... pubblicando anche il listino dei prezzi delle granaglie, il calmiere del pane e delle carni e altre notizie d’indole commerciale”.

Fra le molteplici tematiche affrontate in funzione “della prosperità economica della Valle”, emerge, per importanza, la questione ferroviaria: la mancanza di una linea ferroviaria di collegamento fra Brescia e la Valle Camonica penalizza infatti quest’ultima, condannata a una considerevole inferiorità commerciale rispetto alle vallate vicine, e costretta a “veder languire e morire le sue industrie e il suo commercio e sfruttarsi i suoi prodotti per difetto di quei mezzi di viabilità che sono divenuti una condizione indeclinabile onde potere sostenere la concorrenza coi paesi che di tali mezzi sono forniti” (Ferrovia, 15 gennaio 1882), come si legge in uno dei numerosi rapporti della Commissione ferroviaria di Valcamonica pubblicati dalla rivista (si segnalano inoltre, a questo proposito, gli scritti Breno e l’avvenire, 16 ottobre 1881 e La ferrovia in Val Camonica, 13 novembre 1881).

Anche l’agricoltura, l’allevamento del bestiame, la lavorazione dei latticini (Del formaggio e del caseificio in Lombardia, 4 dicembre 1881), l’incremento dei pascoli alpini (“una risorsa non indifferente per i possessori di bestiame di coteste valli, la maggior parte dei quali sono di proprietà comunale e vengono dati in affitto per un meschinissimo contributo”, Luigi Manetti, Apicoltura, 31 luglio 1881), sono argomenti che, grazie all’assidua collaborazione di Lorenzo Tedeschi, segretario del locale Comizio agrario, vengono trattati con continuità sul «Camuno», insieme alla questione della riduzione del censo dei fondi boschivi (Amadio Rigali, Genesi della questione sul censimento dei fondi boscati in Valcamonica, 8 gennaio 1882).

Le cause del progressivo impoverimento della valle vengono individuate nell’abbandono delle tradizionali attività lavorative, gravitanti in particolar modo intorno all’industria del ferro: “Non molti anni orsono l’industria ferriera e il conseguente movimento per l’escavazione del minerale, per la fusione e lavorazione, per la confezione e il trasporto dei carboni, ed il commercio dei legnami d’opera, disseminavano in tutti i paesi della valle una relativa agiatezza; ora, cessate queste risorse, nessuno ha pensato di sostituirle con nuove fonti di attività” (La Valle impoverisce, 30 luglio 1882 e, ancora, “sullo squallido abbandono al quale venne da noi condannata l’industria della fabbricazione della ghisa”, L’industria ferriera, 24 settembre 1882 e seguenti).

Oltre alla concorrenza della produzione straniera e alla mancanza di iniziativa degli industriali locali, altri elementi concorrono a colpire i tradizionali cespiti di ricchezza della valle, il più importante dei quali è rappresentato dal commercio del legname da opera, messo in crisi dalla nuova legge sui lavori pubblici che impedisce alle zattere, il mezzo di trasporto più economico per il trasporto del legname, di fluitare sull’Oglio (Fluitazione sull’Oglio, 7 maggio 1882 e seguenti).

Puntuale, infine, la trattazione delle problematiche inerenti la pubblica istruzione.

“Oltre a questi capisaldi della prosperità economica e morale della Valle, abbiamo trattato tutti quegli argomenti di secondario interesse che concorrono al miglioramento delle nostre condizioni economiche”(Ai nostri lettori, 31 dicembre 1882), quali: il fenomeno migratorio, poiché “non è possibile restare indifferenti di fronte all’alto numero di passaporti per l’estero - 270 - rilasciati nel 1882 nel Circondario di Breno” (Emigrazione, 18 febbraio 1883, e ancora L’emigrazione. Sue cause, utilità, danni, 29 gennaio 1882); la Società operaia di Breno, la caccia e la pesca, le amministrazioni comunali, le opere pie, l’alpinismo, la salute e l’igiene. Contro la teoria che per sconfiggere la pellagra sia sufficiente una migliore alimentazione del contadino, ottenibile anche per mezzo della pubblica beneficenza, “soddisfazione morale per chi la esercita ma che demoralizza sovente coloro cui è indirizzata”, il giornale sostiene che l’unico mezzo per combattere la malattia sia semplicemente quello di “dare al contadino il guadagno dell’opera sua, senza approfittare delle misere condizioni di coloro che per guadagnarsi la pura polenta devono offrire le loro fatiche a basso prezzo” (Tedeschi, La pellagra, 21 agosto 1881, e, ancora sulle misere condizioni di vita e di lavoro dei contadini bresciani, Perequazione fondiaria, 6 maggio 1883 e seguenti).

Nella rubrica “Parte commerciale” trovano spazio oltre alle tabelle del prezzo dei grani e del bestiame sul mercato di Brescia, i calmieri del pane e delle carni pubblicati dal municipio di Breno, definiti “mezzi coercitivi incompatibili col progresso dei tempi, grave eccezione a quel principio di libertà economica ormai bandito da tutti i popoli civili” (I calmieri a Breno, 28 agosto 1881).

Nel numero del 1° gennaio 1882 i redattori del «Camuno», in una nota indirizzata ai lettori, annunciano le proprie dimissioni in massa, a causa di non ben definite motivazioni di ordine politico: “Condannati a quella pena che i greci chiamavano ostracismo […], combattuti accanitamente per la nostra franchezza da che della franchezza altrui, o della verità, ha troppo da temere, abbiamo resistito alle violenze morali e abbiamo vinto” (Ai lettori e lettrici del Camuno, 1° gennaio 1882). Certo è che con l’ingresso del nuovo comitato redazionale, che per altro si propone di “Mantenere lo stesso programma coll’occuparsi esclusivamente degli interessi economici e morali della Valle” (Ai nostri concittadini e amici, 8 gennaio 1882), la rivista assume uno spiccato indirizzo liberale e anticlericale, ribadito in più momenti: “Allarmati dall’invasione del clericalismo... crediamo che la condizione essenziale di ogni civile progresso, e della conseguente materiale prosperità sia il culto della libertà e della patria, inconciliabile col Sillabo e colla sovranità temporale del papa” (Ai nostri lettori, 31 dicembre 1882).

Alla fine dei 1883 la rivista cessa presumibilmente le pubblicazioni. “È l’ultimo numero dell’anno ed è pure l’ultimo numero che noi mandiamo ai nostri amici ed abbonati; giacché prima che queste parole giungano loro avrà già anche avuto luogo l’adunanza indetta dal giornale e sarà già stata nominata una nuova direzione” (L’addio, 30-31 dicembre 1883).

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1881-1883.