231. Cattedra ambulante d'agricoltura per la provincia di Milano

Dal 1° gennaio 1903 (a. IV, n. 1) §L'Agricoltura milanese§; dal 7 gennaio 1932 (s. II, a. IX, n. 1) §Agricoltura milanese e contadino§; dal 10 gennaio 1934 (s. II, a. XI, n. 1) §L'Agricoltura milanese§; dal 31 luglio 1945 (s.a., s.n.) § La Campagna milanese§.

Sottotitolo Bollettino mensile poi Bollettino della Catteda ambulante provinciale d'agricoltura poi Bollettino della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Milano poi Giornale settimanale di agricoltura pratica, organo della Cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Milano poi Organo di propaganda della Cattedra ambulante di agricoltura della provincia di Milano poi Organo di propaganda dell'ispettorato d'agricoltura per la provincia di Milano poi nessuno, poi Periodico di propaganda agricola e zootecnica.
Luogo Milano.
Durata Gennaio 1901 (a. I, n. 1) - 31 dicembre 1945 (s.a., s.n.*). Dal 1907 si fonde con il «Bullettino dell'agricoltura», fino al 1924, quando torna a separarsi da esso. Dal 15 aprile al 30 settembre 1944 c'è un'interruzione di alcuni mesi: in una nota del 30 settembre si spiega infatti che in tale data "può riprendere la pubblicazione [...] in seguito ad autorizzazione del Ministero della cultura popolare". Un'altra interruzione si verifica dal 31 marzo al 31 luglio 1945 e, per un solo numero, nel dicembre 1951. Dal 1° gennaio 1952 il titolo muta in «La Nuova agricoltura milanese». Esce fino al 15 dicembre 1963 (s.a., n. 24).
Periodicità Mensile poi settimanale poi decadale poi quindicinale poi decadale poi quindicinale poi mensile poi alternativamente mensile e quindicinale poi quindicinale.
Direttore Giuseppe Soresi (direttore responsabile) poi Eugenio Broggi (direttore responsabile, poi proprietario direttore) poi Giuseppe Ellena (direttore responsabile poi proprietario direttore).
Gerente Nessuno, poi Antonio Gaidoni poi Cristiano Basso poi nessuno.
Editore Cinzio Campi (redattore-amministratore) poi Giuseppe Mascagni (amministratore) poi nessuno.
Stampatore Milano, Tipo-litografia Agraria poi Tip. P.B. Bellini poi Tipografia Agraria poi Arti Grafiche A. Milesi e Figli poi Unione Tipografica poi Tipografia A. Milesi e Figli poi Arti Grafiche “La Veltro” poi Arti Grafiche A. Gorlini.
Pagine Da 4 a 24.
Formato Da 23x16 a 54x38 cm.
Note Fino al 1906 ha una sovraccoperta colorata e da 6 a 12 pagine di inserzioni pubblicitarie; contiene disegni e fotografie, più frequenti a partire dagli anni trenta.

Longeva rivista di agricoltura pratica, nasce come organo dell’istituzione citata nella sua prima testata per divenire subito, e per oltre 60 anni, un prezioso punto di riferimento tecnico per gli agricoltori della provincia milanese.

Attraverso il giornale, che – riconosce – “va ad accrescere il numero forse eccessivo di quelli già esistenti” nello stesso settore”, Giuseppe Soresi, titolare della Cattedra ambulante d’agricoltura di Milano, vuole non solo mantenersi “più a contatto col pubblico agrario, per render noto quanto la nostra Cattedra opera nella provincia” bensì anche e soprattutto “cercare di diffondere vieppiù quelle norme che oggi s’impongono per esercitare razionalmente l’agricoltura” (Ai lettori, gennaio 1901). Esso dunque non vuole ridursi ad arido bollettino dell’attività della Cattedra – di cui riporta le deliberazioni del Consiglio direttivo e i bilanci preventivi, come il suo Annuario (v. n. 571) – quanto piuttosto “il naturale e sincero amico dei coltivatori dei campi, fra i quali, sia pure a costo di sacrificare qualche volta lo stretto rigore del linguaggio tecnico, intende popolarizzare la scienza”.

Funzionale a tale ruolo divulgativo è la stesura di articoli brevi e chiari, per offrire un prodotto “modesto, fatto senza pretese, ma eminentemente pratico […] Il nostro giornale vivrà la vita dei campi. Delle buone usanze che di sovente troviamo nella agricoltura locale faremo tesoro, e le diffonderemo, mentre si combatteranno quelle errate... in suffragio delle teorie espresse renderemo conto esatto delle numerose esperienze che la Cattedra intraprende cogli agricoltori della provincia”: ampio spazio è così dedicato, su ogni numero, ai risultati dei “campi dimostrativi” sulla concimazione del riso, del frumento, della segale o del granoturco avviati dalla Cattedra.

Negli articoli sono trattate le malattie del gelso, l’allevamento del baco, le migliorie applicabili nelle coltivazioni, macchine per lavorare il terreno, concimi, sementi e pratiche utili per aumentare la produzione di frumento, segale, riso, melgone, vite, latte e foraggi. Ad essi si affiancano alcune rubriche di “Note pratiche e rivista della stampa agraria” e di “Consigli pratici”; l’elenco delle conferenze della Cattedra, sunti delle stesse conferenze, risposte ai quesiti dei lettori e un listino dei mercati estratto dal bollettino ufficiale della Camera di commercio di Milano.

Sul piano sociale mira alla cooperazione fra gli agricoltori, dalla quale ritiene che “l’industria dei campi possa e debba attendersi il più lieto avvenire”: v. ad esempio Emilio Conti, La “fratellanza agricola” e i suoi vantaggi, giugno 1901, che descrive l’esperienza del circondario di Lodi, e Id., Pro “fratellanza”, luglio 1901. La formazione di nuove cooperative agricole nella provincia è, del resto, un argomento di costante interesse: v. ad esempio gli art. di G. Soresi, Le piccole cooperative nell’alto Milanese, 19 marzo 1903, Per la costituzione di un Burrificio sociale, 16 aprile 1903 e Un buon esempio, 22 dicembre 1904; e di Cinzio Campi, Si visitano dei cooperatori e si diventa cooperatori, 3 settembre 1903.

Quanto agli scioperi e ai moti nelle campagne d’inizio Novecento, “solo in un aumento dei prodotti si troverà la soluzione del problema agrario che ora dolorosamente agita le classi rurali” (Buon anno, gennaio 1902; sullo stesso tema v. anche Gisueppe Codara, Le agitazioni dei contadini e il problema agricolo, settembre 1901; L’Ambulante, Il compito dei proprietari, febbraio 1902 e Id., A proposito del nostro contratto colonico, aprile 1902). In altra sede ammette che “la lotta economico-sociale ha traviate le menti e i cuori dei nostri buoni campagnoli, e non pochi furono gli errori commessi da ogni parte”, richiamando così i contadini a non “lasciarsi troviare [sic] da morbosi ed irrealizzabili sogni” (Buon anno, 1 gennaio 1903). G. Codara promuove addirittura la trasformazione degli “agricoltori (coltivatori e proprietari)” in “industriali”: “l’agricoltura deve trasformarsi in vera industria” (La casa degli agricoltori, 12 febbraio 1903).

Fra i primi collaboratori, oltre a quelli citati, annovera Giuseppe Lovati, Carlo Moro, Carlo Mozzoni, Carlo Stabilini e Valentina Visconti di Saliceto.

Nel 1903 il giornale cambia radicalmente veste, raddoppiano le dimensioni (da 23 x 16 a 40 x 31 cm.) e la frequenza diventa da mensile settimanale; immutati restano, invece, i contenuti e gli obbiettivi, questi ultimi riassunti in “una sola meta: il vero bene della nostra agricoltura e delle classi ad essa interessate” (Ai lettori vecchi e nuovi, 18 dicembre 1902, numero di saggio). Tale sviluppo è reso possibile dal fatto che “il Bollettino della Cattedra si è andato... diffondendo con rapidità, incontrando la benevolenza e la simpatia dei più, così che ora ne è reclamata, con parole lusinghiere, la pubblicazione settimanale... continuandone le tradizioni ed il programma”. Pure lamenta che “così pochi” fra i proprietari dell’alto Milanese lo leggano (Ai proprietari dell’alto Milanese, 19 febbraio 1903); ma il periodico, “dal primo dei tre anni di vita che ormai conta, ha sempre aumentato la sua tiratura” («L’Agricoltura milanese» nel 1904, 19 novembre 1903).

Il periodico prosegue nella ‘missione’ di riferire “degli esperimenti di coltivazione, delle prove di macchine e delle iniziative che la Cattedra va prendendo nell’interesse degli agricoltori. Volta per volta si daranno consigli sulle pratiche d’attualità, sul bestiame, ecc; e non trascureremo, in un’apposita rubrica [con tabelle], d’informare con esattezza e sollecitudine i lettori delle variazioni che subiscono sui mercati i prezzi delle principali derrate agricole. Avvertiamo infine che il giornale della Cattedra sarà anche l’organo di quasi tutte le istituzioni agrarie della provincia le quali per mezzo suo renderanno pubblici i proprî atti” (Ai lettori vecchi e nuovi, cit.). Tali istituzioni sono, come indicato sotto la testata, i comizi agrari di Milano, Gallarate, Abbiategrasso e Lodi; il Consorzio agrario cooperativo lodigiano; le associazioni conduttori di fondi di Codogno, Corsico, Abbiategrasso e Melzo; la Stazione agraria di Besana Brianza e le unioni agricole cooperative di Robecchetto, Saronno e Biassono.

Fra gli articoli più consistenti si ricordano: Norme elementari sull’allevamento del baco da seta (7, 14, 21, 28 maggio, 4, 11, 18 e 25 giugno 1903, in appendice); V. Alpe, L’avvenire agricolo dell’alto Milanese (1° e 14 gennaio, 25 febbraio e 10 marzo 1904); sull’istruzione: C[inzio Campi], Meno impiegati o professionisti e più agricoltori istruiti (20 agosto 1903) e la replica di G. Codara, A proposito dell’istruzione agraria, sul numero seguente.

Dal 1904 al 1907 si sdoppia in due edizioni diverse e alternate: una, di 4 pagine, riporta soltanto i listini dei prezzi sui mercati e notizie di cronaca o sulle istituzioni agrarie della provincia; l’altra, di 12 pagine, ospita tutti gli altri articoli. Fra i collaboratori si aggiungono Giovanni Alice, Ettore Beghi, Siro Ferrari, Umberto Marchetti e Silvio Pierangeli. Sempre a partire dal 1904 cataloga gli argomenti trattati in un indice annuale diviso per materie: “Cronaca delle istituzioni agrarie della provincia”; “Economia sociale e rurale. Legislazione. Statistica agraria”; “Cooperazione. Credito. Previdenza”; “Esposizioni. Congressi. Concorsi e prove”; “Agricoltura generale”; “Agricoltura speciale”; “Concimi e concimazioni”; “Zootecnia. Veterinaria. Igiene. Alimentazione del bestiame”; “Meccanica agraria”; “Gelsicoltura. Diapsis pentagona. Bachicoltura e sericoltura”; “Caseificio e commercio del latte, burro e formaggio”; “Appunti e notiziario”; “Rivista della stampa”; “Bibliografia”; “Diversi”. Tutti gli argomenti sono trattati in maniera molto sintetica, talvolta in una semplice nota.

Dopo l’esperienza in comune con il «Bullettino dell’agricoltura», Carlo Maria Maggi saluta i lettori scrivendo con una punta di retorica che “il giornale sarà come una bandiera; all’ombra della quale s’aduneranno tutti i fedeli, tutti i buoni, tutti gli uomini che all’agricoltura ed ai campi hanno offerto i loro studi, il loro pensiero, il loro denaro, la loro fatica” (“Il saluto del presidente” della Cattedra ambulante, 3 gennaio 1924). Soresi così motiva la scelta: “Si vuole con ciò meglio raggiungere lo scopo di dare agli agricoltori della provincia un giornale di carattere prevalentemente locale, su cui siano illustrati e discussi, in forma pratica e piana, gli argomenti tecnici che più interessano l’agricoltura e gli agricoltori milanesi... ci accingiamo a ripubblicare il nostro giornaletto, nell’intendimento che esso risulti uno strumento di efficace penetrazione presso tutti gli agricoltori e possa, settimanalmente, portare una parola di consiglio, di aiuto, di incitamento. Vogliamo che il nostro giornaletto sia il relatore sereno degli studi, delle esperienze che la Cattedra va compiendo; che sia il fedele divulgatore di quanto si va facendo da parte degli altri e specialmente da parte dei nostri agricoltori più provetti; vogliamo infine che esso miri a tutelare gli interessi di tutte le classi campagnole nel campo della produzione e quindi nel supremo interesse del paese” (1924. Agli agricoltori milanesi!, ibid.). Redattore capo è ora Antonio Gaidoni, seguito poi da Cristiano Basso; redattori sono gli stessi membri della Cattedra: A. Arata, M. Avondo, C. Basso, L. Castelli, M. Del Genovese, E. Ferrari e Giuseppe Mascagni, ai quali si aggiungono presto Oreste Bollati, Giuseppe Ellena e Carlo Passerini.

Dal 1925 la Cattedra pubblica come organo ufficiale anche «Il Contadino», (v. n. …..), destinato ai coloni dell’alto Milanese, mentre il periodico che ora si intitola «L’Agricoltura milanese» è destinato a quelli del basso Milanese. Sette anni più tardi, i due giornali si riuniscono per “ragioni di economia”, ma anche per “evitare inutili ripetizioni” e “formare una più estesa materia di lettura utile a tutti” (nota in apertura ai numeri dal 10 dicembre 1931 in poi). Per favorirne la diffusione, il prezzo di vendita viene ridotto a più riprese, nel 1934 e nel 1936.

Di grande formato, ma quasi sempre di sole 4 pagine, il giornale si conferma utilissimo per seguire lo sviluppo dell’economia agraria nella provincia di Milano. Si apre spesso con un editoriale del prof. Soresi nel quale, all’inizio di ogni anno, si traccia il bilancio della stagione passata e si delineano le previsioni per quella in corso; nella stessa sede sono saltuariamente affrontati importanti temi quali le condizioni e i contratti dei lavoratori della terra. Per il resto vi compaiono molte note pratiche (di orticoltura, bachicoltura, risicoltura ecc.), che accentuano il carattere tecnico della rivista, e l’esposizione dei corsi per l’istruzione dei contadini organizzati dalla Cattedra.

Nel corso del Ventennio, il giornale dà ovviamente spazio e commenti alle varie tappe della politica economica avviata e sostenuta dal regime: dalla “battaglia”, poi “vittoria” del grano (a partire dal 1924) al “prestito del littorio” (dal 1926), dalla conduzione dell’agricoltura nell’Africa Orientale italiana (dal 1937) ai riflessi sull’economia locale delle sanzioni decise dalla Società delle nazioni per la guerra d’Etiopia (C. Passerini, L’agricoltura milanese e le sanzioni, 30 luglio 1936) all’autarchia (dal 1938).

A partire dal 1935, nell’ultimo numero di ogni anno sono riportati gli esiti di ciascun Concorso nazionale del grano e dell’azienda agraria. Altri argomenti ai quali la redazione dedica diversi scritti sono gli onerosi affitti pagati dagli agricoltori (cfr. i numeri tra il dicembre 1926 e il marzo 1927) e i brillanti risultati che pongono la provincia di Milano al secondo posto (dopo quella di Cremona) nella produzione frumentaria nazionale nella stagione 1928-29 (G. S[oresi], Milano al secondo posto!, 17 ottobre 1929) e, negli anni della Repubblica sociale, il problema dell’approvvigionamento alimentare (Eugenio Broggi, Appello agli agricoltori milanesi, 31 gennaio 1945). L’ossequio nei confronti del fascismo è, ancora, rinvenibile nella frequente proposizione degli interventi di Mussolini che trattano dell’agricoltura e del suo sviluppo ad opera del regime e nella cronaca di ogni trebbiatura che vede protagonista il duce in persona (si veda, per tutti, G. Soresi, Il duce fra i rurali milanesi, 10 ottobre 1934).

Il 30 giugno 1940 Soresi prende commiato dalla direzione dell’istituzione, ora divenuta Ispettorato provinciale dell’agricoltura, e dopo quasi quarant’anni cede la direzione del giornale ad Eugenio Broggi, continuando comunque a collaborarvi.

Nel secondo dopoguerra, la redazione è composta da A. Arata, O. Bollati, M. Del Genovese ed E. Ferrari, poi anche da V. Cerutti e L. Campi. Fedele alla tradizione sia nella veste che nei contenuti, il periodico riporta decreti e ordinanze regionali in materia di agricoltura. Punti salienti del suo programma si confermano: “Trattazione di problemi di tecnica e di economia agraria, con criteri della massima volgarizzazione e praticità, così da renderne le deduzioni agevolmente attuabili nell’ordinamento aziendale. Valorizzazione della funzione economica e sociale degli agricoltori nella economia del paese... Informazione pronta su tutte le disposizioni legislative e sindacali interessanti l’agricoltura della provincia. Accoglimento di tutte le manifestazioni interessanti l’agricoltura milanese, che gli agricoltori vorranno svolgere, mediante articoli, interpellanze, ecc. che troveranno pronta e larga ospitalità nelle pagine del nostro giornale” (La “Campagna milanese” ai suoi lettori, 31 dicembre 1945). Segnaliamo fra gli articoli, quelli di E. Broggi, La campagna granaria 1945 (30 settembre 1945); Gino Rossi, Prospettive dell’agricoltura provinciale (ibid.); E. Broggi, Contributo alla soluzione della crisi attuale (31 gennaio 1948); Id., ”Pane nostro quotidiano” (31 ottobre 1948), con un bilancio della campagna 1947 e 1948 in ciascuna delle province lombarde.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1901-1906; 1924-1945 (lac.); MI007